A cura della Redazione
Aggredita una insegnante all´Istituto Comprensivo "Parini" di Rovigliano. La docente avrebbe impedito ad un alunno di 13 anni di uscire dall´aula durante le lezioni, e così il ragazzo prima l´avrebbe apostrofata, colpendola poi con calci e pugni. Alla donna, che si è fatta curare in ospedale, sono stati diagnosticati un trauma cranico ed alcune contusioni, con una prognosi di cinque giorni. Il ragazzo, non imputabile, è stato segnalato dai carabinieri al Tribunale per i minorenni.
Solidarietà all´insegnante è giunta dal Forum dei Giovani di Torre Annunziata, coordinato da Antonio Cavallaro: «Esprimiamo piena solidarietà alla docente aggredita - si legge nel comunicato. Tali episodi, soprattutto all´interno di un edificio scolastico, sono assolutamente da condannare affinché spingano, le istituzioni, le associazioni e le famiglie soprattutto ad educare alla non violenza, alla normalità. Ci interroghiamo su cosa spinga un ragazzino a compiere un atto del genere, augurandoci che mai più accadano episodi simili». Dura e ferma condanna anche dai Giovani Democratici oplontini. «Alla professoressa vittima dellaggressione avvenuta presso lIstituto Comprensivo di Rovigliano va tutta la nostra solidarietà - scrivono -. Riteniamo sia vergognoso nonché impensabile e meschino aggredire una persona per futili motivi e che peraltro rappresenta uneducatrice che si fa carico di far emergere quanto di meglio ci sia in ogni studente. Crediamo fermamente che la Scuola abbia un ruolo preponderante nella formazione dei ragazzi affinché possano diventare buoni cittadini che rispettino le regole, le istituzioni e tutto ciò che è indispensabile per una comunità civile, questo di Rovigliano non è un episodio di violenza isolato, in ordine di tempo nella provincia di Napoli se ne sono avuti altri (Pianura-autolavaggio) e noi giovani disapproviamo e condanniamo ogni forma di violenza, tutta. Riteniamo che qualsiasi siano state le dinamiche che abbiano scatenato tale gesto - concludono -, la violenza è da denunciare e condannare sempre. I propri diritti, idee o pensieri si esprimono in altri modi che non sono questi».