A cura della Redazione

Aveva ammazzato la moglie a colpi di piccone, Umberto Scassillo ieri è deceduto in una clinica dove era ricoverato per una grave malattia.

Il 72enne nell’aprile del 2015, al culmine di una lite con la sua consorte, Ida Fontana, avvenuta nella sua abitazione in via Nazionale, l’aveva colpita a morte per poi costituirsi ai carabinieri.

Da allora l’anziano è andato incontro a diverse peripezie giudiziarie. Prima agli arresti domiciliari, poi in carcere per essere stato scoperto mentre faceva la spesa, di nuovo agli arresti domiciliari e poi di nuovo in carcere quando i militari dell’Arma scoprirono che stava architettando un piano per ammazzare uno dei suoi quattro figli e la nuora, colpevoli – secondo l’uomo – di non trattarlo più bene dopo la morte della moglie. Infine di nuovo ai domiciliari perché gravemente ammalato.

A fine marzo di quest’anno era arrivata la sentenza di condanna a 18 anni di carcere per il delitto della moglie. L'accusa aveva chiesto per Scassillo la condanna a 30 anni, ma per i giudici non c’era stata premeditazione, come sostenuto anche dal suo legale, l'avvocato Michele Riggi. E lo stesso era in procinto di depositare le memorie difensive in attesa dell’avvio del processo in Appello. Un procedimento che non sarà più inoltrato per la morte dell’anziano, sconfitto da un tumore che ha avuto un decorso estremamente rapido.  

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