A cura della Redazione

La seconda udienza del processo del crollo di Rampa Nunziante si tinge di giallo.

«Il giorno del crollo - racconta l’ispettore di polizia Vincenzo Senatore – nell’androne dell’altra ala della palazzina non crollata c’era due martelli pneumatici demolitori. Ma una settimana dopo, quando siamo tornati sul posto, di martelli ce n'era solo uno, quello più piccolo».

Senatore è stato uno dei quattro investigatori ascoltati dal pubblico ministero Andreana Ambrosino, uno dei primi accorsi sul luogo della tragedia. La presenza dei due martelli pneumatici - secondo l’accusa – sarebbe la prova evidente che all’interno dell’appartamento in ristrutturazione si stavano eseguendo grossi lavori, che andavano ben oltre l’ordinaria manutenzione.

«Non sequestrammo subiti i due attrezzi – continua Senatore – perché in quel momento la nostra priorità era salvare chi stava sotto le macerie». Gli agenti di polizia tornarono nell’androne del palazzo il 15 luglio, ma del secondo martello pneumatico non c’era più traccia. «Nonostante il palazzo fosse sotto sequestro, c’era una finestra dalla quale si poteva entrare senza violare i sigilli, la stessa dalla quale sono entrato io il giorno del crollo».

Rimane un dubbio: il martello pneumatico è stato rubato oppure qualcuno lo ha sottratto furtivamente per depistare le indagini? Interrogativi che si aggiungono ad altri e che rendono ancora più intricata questa incredibile storia.