A cura della Redazione

All’indomani dell’arresto dei quattro indagati per l’omicidio di Maurizio Cerrato, il 61enne ucciso con una coltellata al petto per difendere la figlia, in città regna un clima di rabbia in parte lenita dalla soddisfazione che le quattro belve che hanno partecipato alla spedizione punitiva nei confronti di Cerrato sono ora chiuse in una cella del carcere di Poggioreale.  

“La banalità del male”, così ha definito il delitto il Procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso. Morire senza alcun motivo, per una banalità, solo per il gusto di fare del male. E la cosa ancor più grave è farlo davanti agli occhi della figlia, atterrita e inerme mentre sul padre si accanivano i quattro aggressori.

“Non so come fanno loro a riposare la notte”, ha ripetuto ieri Tania, la moglie di Maurizio.

“Per coloro che appartengono ad una determinata sottocultura – afferma la criminologa torrese Maria Olimpia Venditto – l’aver compiuto un gesto così estremo rappresenta 'un atto dovuto'. Sarebbe stato riprovevole, invece, non punire chi aveva osato sfidarli nel loro habitat, minando quella credibilità conquistata negli anni all’interno del gruppo sociale di appartenenza. Questi soggetti hanno una loro filosofia di vita e un loro codice morale. L’azione criminale consumata ha una funzione preventiva nei confronti di coloro che volessero contravvenire alle loro regole”.

Qual è la ricetta giusta per abbattere questa sottocultura?

“Di fronte ad un fatto del genere, l'intera città deve reagire energicamente. Bisogna ribellarsi, dando un segnale forte. Le sole fiaccolate non bastano, sono del tutto inutili se ad esse non seguono riflessioni collettive circa le azioni concrete da mettere in campo per autoconvincerci e far capire, tanto alle istituzioni che a determinati ambienti, che non siamo più disposti a tollerare sul territorio comportamenti di inciviltà, di prepotenza e di discontrollo da parte di individui che reagiscono facendo prevalere gli istinti primordiali di sopraffazione sull'altro, all'epoca serviti per la sopravvivenza della specie, e che nel 2021 non si giustificano più. È ora di dire basta. Ma basta sul serio”.

(Nella foto da sinistra gli arrestati Domenico e Giorgio Scaramella, Antonio Venditto, Antonio Cirillo)