A cura della Redazione

"Confermo l'incontro in barca con quello che doveva essere una nostra fonte confidenziale. Tempo dopo scoprii che era Franco Casillo e capii anche il suo spessore criminale. Andai con la lista di latitanti di Alta Marea, ma non conosceva nessuno. E poi mi parlò di un carico di droga che doveva arrivare, ma che in realtà non esisteva. Lo reputai subito inattendibile".

A confermare la sua ricostruzione, anche rispondendo alle domande dei difensori degli imputati, è il tenente colonnello Luca Toti, fino al 2012 comandante della Compagnia carabinieri di Torre Annunziata. A processo ci sono il suo predecessore Pasquale Sario, il maresciallo Gaetano Desiderio e l'ex carabiniere degli arresti dei latitanti Sandro Acunzo, accusati di aver stretto un "patto scellerato" con il boss del traffico di droga di Boscoreale, Franco Casillo.

Un patto che Toti rifiutò: "Non lo conoscevo, mi portò il luogotenente Vecchio a quell'appartamento in barca a Mergellina, usando walkie talkie per le comunicazioni". Lo stesso Vecchio, assolto da queste accuse, fornì i numeri di telefono per intercettare Acunzo: "Ma le rare volte in cui parlava al telefono con Casillo diceva poco - ha aggiunto Toti - perché aveva la sensazione di essere intercettato".