A cura della Redazione

“A presentarmi il boss Franco Casillo fu Pasquale Sario. Me lo presentò come un brillante imprenditore produttore di vini, che aveva avuto problemi con la giustizia e aveva intrapreso un percorso di redenzione”.

Ha risposto alle domande della pm Ivana Fulco e dei difensori il tenente colonnello Paolo Guida, fino al 2012 alla squadra catturandi del Nucleo investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata. Imputati con Sario ci sono l'ex carabiniere Sandro Acunzo e il maresciallo Gaetano Desiderio, a processo dinanzi al Tribunale di Torre Annunziata perché accusati di “un patto scellerato” con la camorra e in particolare proprio con il boss del narcotraffico di Boscoreale, Franco Casillo 'a vurzella.

Di “patto scellerato” ha parlato anche il colonnello Luca Toti, all'epoca dei fatti al comando della Compagnia carabinieri oplontina. Gli fu proposto, secondo il suo racconto, proprio da Casillo tramite un altro ex carabiniere, il maresciallo Vecchio, anche lui processato ma assolto per gli stessi fatti.

“Ricordo che Vecchio mi disse che c'era un suo confidente che poteva farci scoprire un grosso carico di cocaina da una tonnellata. L'incontro avvenne a Napoli – ha aggiunto ieri in udienza Toti –. Vecchio mi portò a Mergellina e chiamò Casillo con il walkie-talkie. Casillo si presentò come Franco, andammo in una imbarcazione e chiuse tendine ed oblò perché era sospettoso. Ci disse che poteva farci sequestrare una tonnellata di cocaina, ma voleva la restituzione di metà carico. Io gli dissi che al massimo è previsto una ricompensa regolare in denaro per queste cose e che io non potevo scendere a patti. Sì, era un patto scellerato quello che mi fu proposto”.