A cura della Redazione

"Sì, sul polso ho il tatuaggio del subcomandante Marcos, Sandro Acunzo mi mise a disposizione la sua cantina e chiamò il suo amico tatuatore. Seppi solo dopo che aveva quello stesso tatuaggio anche il boss Franco Casillo".

A rispondere alle domande della Pm Ivana Fulco è ancora Lorenzo Marinaccio, oggi colonnello, e fino al 2012 al Nucleo investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata. 

"Quel tatuaggio, ha detto Casillo, era il simbolo del patto suggellato tra lui e Acunzo", ha rilanciato il giudice Fernanda Iannone, che presiede il Collegio del Tribunale oplontino che è chiamato ad esprimersi sul caso dei presunti carabinieri corrotti Pasquale Sario, Gaetano Desiderio e Sandro Acunzo, ritenuti dall'Antimafia al soldo proprio di Casillo, dalla scorsa settimana tornato in carcere per una condanna all'ergastolo. 

"È una menzogna, la mia scelta di quel tatuaggio era sicuramente diversa perché Marcos era il mio nome di battaglia", ha risposto Marinaccio, che poi ha riscontrato, alle domande dell'accusa, come alcuni orari riportati sui verbali del maxi sequestro di cocaina al porto di Napoli, in parte restituito proprio a Casillo secondo l'Antimafia, fossero sospetti o "sbagliati".

Alla prossima udienza, toccherà ai legali degli imputati porre le domande all'ufficiale dell'Arma.