A cura della Redazione
Tutti a processo per omicidio volontario. Il gup Fernanda Iannone del Tribunale di Torre Annunziata ha rinviato a giudizio i quattro presunti killer accusati di aver ucciso Maurizio Cerrato. Il processo sarà celebrato in Corte d'Assise a Napoli a partire dal 6 maggio e i quattro imputati rischiano l'ergastolo.

A meno di un anno da quel delitto, si è tenuta stamattina l'udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Torre Annunziata. A processo vanno Antonio Cirillo (accusato di aver sferrato la coltellata mortale), i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella (istigatori del delitto), e Francesco Cirillo, papà dell'esecutore materiale, presente sul luogo dell'omicidio.

Accanto alla vedova Tania Sorrentino, alla figlia Maria Adriana e alla sorella Teresa, rappresentate dagli avvocati Giovanni Verdoliva e Antonio Marinaro, parti civili si sono costituiti il Comune di Torre Annunziata e la fondazione Polis. In aula, accanto ai parenti di Cerrato, c'erano don Ciro Cozzolino, referente di Libera, e il senatore Sandro Ruotolo, con i rappresentanti del Comitato di Liberazione dalla camorra e dal malaffare Torre Annunziata, che in mattinata hanno organizzato un flash mob con striscioni e magliette.

I due Scaramella e i due Cirillo sono accusati di aver partecipato alla spedizione del 19 aprile dello scorso anno, nella quale fu ucciso con una sola coltellata il 61enne Maurizio Cerrato, custode degli scavi di Pompei, intervenuto in un parcheggio privato (abusivo) di via IV Novembre per aiutare la figlia a cambiare una ruota, squarciata dagli stessi Scaramella perché la ragazza, con la sua auto, aveva occupato un posto in strada che loro avevano «riservato» con una sedia.

“Avremmo voluto l'abbraccio da parte della Torre Annunziata perbene – ha detto Tania prima di entrare in aula – e che almeno quei cittadini ci aiutassero nel corso delle indagini. Invece, non lo abbiamo avuto. Adesso vogliamo solo giustizia per Maurizio”.