A cura della Redazione

La Cassazione annulla il sequestro del parcheggio nei pressi del tribunale di Torre Annunziata e trasmette gli atti al Riesame per la ratifica. La vicenda si riferisce al sequestro operato d'urgenza lo scorso novembre nell'ambito delle indagini sull'Ufficio Tecnico del Comune di Torre Annunziata. Sotto sigilli finì il fondo rustico di proprietà di Catello Pinto in cui era stato realizzato un parcheggio ad uso pubblico, sequestro poi convalidato dal decreto del GIP di Torre Annunziata.

Il provvedimento fu confermato anche dal Tribunale del Riesame di Napoli il 26 gennaio, poiché i giudici ritennero condivisibile la tesi della Procura di Torre Annunziata, per cui il procedimento amministrativo che aveva portato alla variante era da considerarsi illegittimo, perché emesso in assenza di fondamentali pareri e, pertanto, erano stato integrati diversi abusi di ufficio, laddove sia il responsabile del procedimento, l'ingegner Nunzio Ariano, sia il direttore dei lavori, l'ingegner Antonio Visone, sia il committente, Catello Pinto, erano incorsi in dichiarazioni false, attestando falsamente che erano stati acquisiti tutti i pareri necessari.

Ben presto, come chiarisce l'avvocato Salvatore Barbuto in difesa di Pinto, i Giudici Amministrativi hanno chiarito l’intera vicenda, precisando che "la variante adottata dal Comune di Torre Annunziata era legittima e che il permesso a costruire rilasciato al Pinto per la realizzazione del parcheggio assolutamente regolare".

In particolare, dapprima il TAR di Napoli, quindi in maniera definitiva il Consiglio di Stato, con sentenza del 17 maggio, hanno riscritto la vicenda amministrativa, "chiarendo ogni aspetto, non solo precisando la legittimità della procedura amministrativa seguita dall’Ente comunale, ma blindando la piena regolarità del titolo unico rilasciato al privato, a seguito di un’articolata istruttoria che aveva documentato la necessità di realizzare un parcheggio ad uso pubblico, a seguito dell’accorpamento di vari Tribunali nella cittadella Giudiziaria di Torre Annunziata e del conseguente aumento del traffico veicolare". Un iter amministrativo durato oltre due anni, come sostiene la difesa, con tanto di passaggio degli atti attraverso il Consiglio comunale e il rilascio di tutte le autorizzazioni richieste, comprese quelle della Soprintendenza.

Nei giorni scorsi, è intervenuta anche la terza sezione penale della Corte di Cassazione, che ha annullato integralmente per violazione di legge l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Napoli, rinviando per un nuovo esame della vicenda.

In estrema sintesi, viene affermata "la piena regolarità della procedura amministrativa seguita e viene integralmente cassata la decisione di sequestrare il parcheggio, operata dapprima dai Giudici oplontini e poi dal Riesame napoletano".

Secondo l'accusa, il parcheggio in corso Umberto I, al civico 351, a Torre Annunziata, era stato oggetto tra il 2014 e il 2015 di "rilevanti trasformazioni urbanistiche, consistite nell’espianto di agrumeti, limoneti e vigneti, con conseguente attività di livellamento del terreno con modifica del livello altimetrico della quota di campagna preesistente e apposizione, sull’intera area di brecciame". Tali opere, complessivamente considerate, hanno determinato "un mutamento della destinazione d’uso, trasformando un rigoglioso agrumeto in area per la sosta dei veicoli". Il proprietario del fondo era stato già condannato nel 2018 per abusivismo edilizio.