A cura della Redazione

Avrebbero sottratto, nel periodo della pandemia, un centinaio di tamponi Covid all'ASL per cui lavoravano, e destinati ai dipendenti, poi utilizzati per effettuare i test ad amici e parenti facendosi pagare 50 euro a prestazione.

Due inferiieri, fratelli gemelli, dipendenti di una Azienda Sanitaria di Napoli, sono stati raggiunti da un provvedimento di sospensione dall'esercizio del pubblico servizio per un anno, notificato dal NAS dei Carabinieri napoletano, che ha espletato le indagini coordinate dalla Procura partenopea.

Le accuse nei loro confronti sono peculato, falso ideologico e truffa. I militari hanno scoperto che i due, una volta effettuato il tampone, inserivano nei database i nominativi dei loro "clienti" e, incrociando i dati, gli investigatori hanno capito che non si trattava di dipendenti dell'ASL.

Nel corso degli accertamenti, inoltre, è stato appurato che uno dei due inferimieri era in malattia mentre partecipava a un corso di formazione.