Nel tardo pomeriggio di oggi, le linee del 118 e del 115 hanno ricevuto una chiamata di emergenza.
Una donna anziana, caduta nella propria abitazione in corso Umberto I a Torre Annunziata, è riuscita a contattare i familiari per chiedere aiuto. Questi, preoccupati, hanno allertato i soccorsi.
Sul posto sono intervenuti tempestivamente i Vigili del Fuoco e il personale sanitario. I pompieri, con l’ausilio di una scala, hanno raggiunto il balcone dell’appartamento, forzato l’ingresso ed entrati in casa.
L’anziana giaceva a terra, impaurita ma vigile. Fortunatamente non presentava ferite gravi: dopo le prime cure, i sanitari hanno escluso la necessità del trasporto in ospedale.
Tutto si è concluso bene. Ma dietro questo “lieto fine” si nasconde un dramma sommerso che riguarda migliaia di persone: quello della solitudine degli anziani.
La solitudine come nuova emergenza sociale
Viviamo in una società sempre più connessa, ma paradossalmente sempre più sola. Gli anziani - spesso rimasti vedovi o con i figli lontani - trascorrono intere giornate tra le mura di case troppo silenziose, dove anche una semplice caduta può trasformarsi in una paura immensa. Non è solo la fragilità fisica a pesare, ma l’assenza di compagnia, di ascolto, di contatto umano.
Molti di loro vivono in attesa di una telefonata, di una visita, di una voce familiare. Alcuni non hanno nessuno. E la solitudine, giorno dopo giorno, diventa una malattia dell’anima: invisibile, ma profonda.
Questi episodi dovrebbero farci riflettere: quanto tempo dedichiamo ai nostri anziani?
Il progresso, la frenesia quotidiana, gli impegni ci fanno dimenticare che la vecchiaia non è un tempo da riempire, ma un tempo da accompagnare. Servono reti di sostegno più forti, non solo servizi sanitari o assistenziali, ma anche presenza umana, ascolto e comunità. Perché non sempre un intervento rapido del 118 o dei Vigili del Fuoco può colmare quel vuoto fatto di silenzi e solitudine.
L’anziana di Torre Annunziata, fortunatamente, è salva e potrà riprendersi. Ma la sua storia resta un simbolo. Dietro ogni porta chiusa può esserci una vita che aspetta di essere ascoltata.
E forse, il modo migliore per evitare tragedie non è solo garantire soccorsi tempestivi, ma ricordarci ogni giorno di non lasciare soli i nostri anziani - perché la solitudine, più di qualsiasi malattia, è la ferita più difficile da curare.
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