A cura della Redazione

Al termine di un’articolata indagine coordinata dalla Procura di Avellino, la Guardia di Finanza di Napoli e Avellino ha eseguito oggi 14 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati. Per quattro persone è stata disposta la custodia in carcere, per sette gli arresti domiciliari e per tre l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, l’obbligo di dimora o il divieto temporaneo di esercitare la professione di commercialista.

Secondo gli investigatori, gli indagati sarebbero coinvolti in un presunto sistema fraudolento finalizzato a ottenere indebitamente contributi statali legati ai bonus edilizi, in particolare all’ecobonus. Il meccanismo, ricostruito anche grazie alla collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, prevedeva l’utilizzo di società intestate a prestanome e la presentazione di lavori mai eseguiti o riferiti a immobili inesistenti, generando crediti fiscali ritenuti fittizi.

L’inchiesta ha stimato una spesa dichiarata di oltre 2,7 miliardi di euro e crediti fiscali simulati per circa 1,6 miliardi, parte dei quali ceduti a terzi e utilizzati per compensare debiti tributari. Numerose le anomalie riscontrate: cessioni frammentate, soggetti intercambiabili nei ruoli di cedente e cessionario, assenza di documentazione coerente e coinvolgimento di persone con profili fiscali inesistenti o irregolari.

Già nel marzo 2023 era stato disposto un primo sequestro preventivo per bloccare i crediti ancora circolanti. Successivi approfondimenti hanno portato, nel settembre 2025, a un secondo sequestro per oltre 13,7 milioni di euro, anche su conti esteri.

L’indagine rientra nel protocollo di collaborazione tra Procura, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate, con l’obiettivo di tutelare il corretto utilizzo dei fondi pubblici destinati alle agevolazioni fiscali.