A cura della Redazione
Gli elettori e i simpatizzanti del Partito Democratico torrese sono intenti, da mesi, a sfogliare la margherita per sapere se il congresso cittadino si farà oppure no. La loro sembra essere una tortura di Tantalo, quella del titano condannato da Zeus a non poter mai soddisfare la fame e la sete perché, legato ad un albero, appena si avvicinava con la bocca al cibo o allacqua, questi si allontanavano da lui. Più volte, si è parlato dellimminenza del congresso del Pd, ma la data di convocazione è stata continuamente rinviata. A scioglieree questo nodo dovrebbe essere, ora, Paolo Persico, membro del Collegio Regionale dei Garanti del partito, incaricato da Enzo Amendola, segretario campano, «di seguire la preparazione e lo svolgimento del congresso del circolo cittadino di Torre Annunziata». Persico è luomo dei momenti difficili. Infatti, già nel 93-94 è stato nella nostra città per riorganizzare lallora Pds. E ci riuscì benissimo, tanto è vero che alle elezioni comunali del 95 questo partito ottenne undici consiglieri su trenta, affermandosi come un gigante della politica torrese. Anche quindici anni fa il partito attrraversava una fase di forti spaccature interne, ma Persico riuscì a rinnovarlo profondamente e a far prevalere gli elementi di unità su quelli di divisione. Ci riuscirà anche adesso? Speriamo di sì, perché da anni manca un organismo direttivo eletto dagli iscritti e riconosciuto da tutti, oltre che un segretario rappresentativo del principale partito della città. E ciò ha avuto, spesso, delle ripercussioni negative nella vita politica di Torre perché, nel momento delle decisioni più importanti, è venuta a mancare la guida del Pd. E, secondo una legge della fisica che dice quando cè un vuoto cè qualcuno che lo occupa, altri soggetti hanno dovuto, giocoforza, svolgere un ruolo politico che non competeva direttamente a loro. Questo ha creato ulteriori fibrillazioni e contrasti allinterno del Partito Democratico tra chi rivendicava il primato della politica e chi, invece, ne assumeva le funzioni in mancanza di esso. Quindi, è giunto ora il momento della svolta, che consiste nel dare la parola agli iscritti e nel far uscire dalle urne del congresso cittadino i nomi di coloro che formeranno il direttivo. E che poi eleggeranno un segretario, possibilmente condiviso, che sia espressione di una linea politica chiara e duratura. Dare un convinto sostegno al sindaco Giosuè Starita, per consentirgli di affrontare serenamente i tanti e gravosi problemi di Torre, è una priorità dalla quale non si dovrà prescindere. Per evitare che, ritrovata una forte leadership politica, il Pd non renda debole quella del primo cittadino. Torre ha assolutamente bisogno di un partito guida del centrosinistra e di un ancor più autorevole sindaco che, insieme, portino la città fuori dalle secche della crisi. Perché i cittadini sono interessati alla risoluzione dei problemi, ad incominciare dalla disoccupazione che assilla sempre più il territorio, per finire con i tanti progetti che, per vari motivi, sono ancora fermi al palo. E questa volta il Pd dovrà conquistarsi sul campo il suo legittimo e naturale ruolo di partito leader, ma questo obiettivo potrà essere raggiunto solo se metterà da parte divisioni e contrasti e farà prevalere, finalmente, lunità interna.
SALVATORE CARDONE
Dal settimanale TorreSette del 29 gennaio 2010