A cura della Redazione
MpA, è il momento delle scelte. Abbiamo apprezzato, in un articolo di quindici giorni fa, la posizione politica non pregiudiziale, ma anzi spesso a favore dell’amministrazione, che questo partito dell’opposizione ha avuto per due anni e mezzo. Abbiamo giustificato, nel contempo, la scelta personale del sindaco Giosuè Starita che ha deciso l’ingresso in giunta del Movimento per le Autonomie, stanco di essere “logorato” da un centrosinistra diviso e da una maggioranza traballante, e per di più con un gruppo consiliare del Pd spaccato in due sull’apertura al centro moderato e privo di un organismo dirigente politico. Ma ora l’MpA, anche in considerazione del fatto che è stato ampiamente gratificato sia dal consiglio comunale, a maggioranza di centrosinistra, con la presidenza di Raffaele Sentiero, e sia dal sindaco, a capo del centrosinistra, con la nomina di un assessore designato da quel partito, si trova di fronte ad un bivio. Da un lato, continuare sulla strada dell’appartenenza all’area del centrodestra, e quindi “costretto” a far votare per questa coalizione alle Regionali (dopo che l’MpA ha abbandonato la posizione di autonomia per schierarsi a sostegno di Stefano Caldoro), in evidente contraddizione con l’appartenenza ad una giunta espressione del centrosinistra. Oppure, imboccare una nuova strada, abbandonando gli indugi e il centrodestra e dichiarando la propria appartenenza all’area del centrosinistra, dal quale è stato accolto con pari dignità e con autorevole rappresentatività in giunta. Questa seconda scelta, se fatta, sarebbe un modo per dare una profonda coerenza ad un percorso politico di graduale e costante avvicinamento al centrosinistra. Evitando, allo stesso tempo, di essere criticato per “la doppia identità” di chi in Parlamento, alla Provincia e ora alla Regione è nel centrodestra, e che nel Comune dove svolge la propria attività politica è nella maggioranza e nell’esecutivo con il centrosinistra. E anche un modo per contraccambiare la mano tesa del sindaco Starita che, essendo del Pd, dovrà fare campagna elettorale per il suo schieramento alle prossime elezioni, ma avendo nella propria squadra chi, invece, parteggerebbe per il centrodestra, si troverebbe in evidente difficoltà con a fianco un alleato “non allineato”. Tra l’altro, quello dei consiglieri comunali dell’MpA, nel caso di una scelta per il centrosinistra, sarebbe in un certo senso, e in gran parte, “un ritorno a casa”. Infatti, nel maggio 2007 Raffaele Sentiero e Gioacchino Langella erano nell’Italia di Mezzo quando si candidarono alle Comunali, e proprio in quel mese il loro leader nazionale, Marco Follini, aderì al comitato promotore del Pd. E poi, l’IdM avrebbe voluto aderire al centrosinistra ma fu “respinto” all’opposizione per calcoli puramente elettoralistici. E quindi, Sentiero e Langella si sono ritrovati nel centrodestra “non volenti ma nolenti”. Analogo discorso vale per Antonio Amura che, anzi, è stato addirittura eletto nella Margherita. Lo stesso assessore Francesco Cacace proviene dai Democratici, per i quali è stato dirigente politico e, per un brevissimo periodo, alcuni anni fa, anche consigliere comunale. Solo Enrico Boccia è stato eletto in Forza Italia, ma di esempi di consiglieri “trasmigrati” dal centrodestra nel centrosinistra ce ne sono parecchi e quindi, il suo, non sarebbe un caso anomalo. Restando invece nel centrodestra, gli attuali quattro consiglieri dell’MpA si troverebbero, per di più, a breve, in una situazione difficile da districare: rimanere nel Movimento per le Autonomie, mantenendosi fedeli a questo partito, oppure aderire a “Noi Sud” nel quale è confluito il loro referente campano, Antonio Milo? Fare campagna elettorale per il primo o il secondo movimento? E i consiglieri rimarrebbero uniti o si dividerebbero tra l’uno e l’altro? Ecco perché la scelta per il centrosinistra sembra quasi una strada obbligata, da percorrere con determinazione e anche con una certa celerità, visto che le elezioni regionali sono molto vicine e, restando fermi, sarebbero sicuramente criticati da chi, nel centrosinistra, non vuole la loro presenza in giunta. Infatti, nel prossimo congresso cittadino del Partito Democratico, sicuramente si discuterà e si deciderà se la scelta di far entrare nell’esecutivo il partito di Lombardo, è stata giusta e opportuna oppure se va rivista alla luce della nuova collocazione regionale dell’MpA. Cosa fare, allora, per sciogliere al più presto questo nodo? Una soluzione potrebbe essere quella di abbandonare l’MpA e di costituirsi in gruppo autonomo in Consiglio comunale, affiancando il centrosinistra senza aderirvi ancora ufficialmente, a meno che non vogliano “tagliare i ponti” alle loro spalle e scegliere di aderire, ufficialmente, ad un partito o movimento del centrosinistra. Ma, logicamente, cosa faranno realmente, è affidato alla loro autonoma valutazione politica. Per ora sono in mezzo al guado, tuttavia tra poco più di un mese conosceremo su quale riva saranno rimasti o verso quale approderanno. SALVATORE CARDONE dal numero 5 di TorreSette del 5 febbraio 2010