Dura presa di posizione di Claudio Bergamasco, presidente Forum Sicurezza del Partito Democratico di Torre Annunziata. sul progetto della futura destinazione di Palazzo Fienga. Bermasco non mette in discussione la bontà del progetto, bensì la mancanza di collegialità della decisione presa.
«Appena l'altro giorno - inizia Bergamasco - si lamentava, da più parti, il fatto che fosse rimasta al palo la discussione sul futuro dello stabile. Ora se ne apprendono addirittura gli esiti. Palazzo Fienga, ribattezzato Siani, come sede di uffici per i giudici di pace, di alloggi per le Forze dell'Ordine, di strutture da destinare ad attività formative e ricreative. Davvero un bel progetto. Ma come, quando e da chi è stato deciso?
Non doveva essere il frutto di un dibattito diffusamente partecipato? Si parla dell’immobile come di un bene confiscato alla camorra. Va ricordato che fu sgomberato, in primis, in quanto pericolante e che la procedura di confisca di un bene alle mafie è alquanto complessa. Difficile che possa esaurirsi in pochi mesi. Già nel 2008, all’indomani dell’operazione Alta Marea, l’Amministrazione comunale annunciò un forte impegno per Palazzo Fienga, da inquadrare in un processo di riqualificazione complessiva dell’intero Quadrilatero delle Carceri. A distanza di sette anni bisognerebbe tirare le somme, non rinnovare gli annunci. Il tutto mentre l’assessore all’urbanistica Raffaella Celone lancia l’allarme sul rischio che vada sprecato l’intero suo lavoro dell’ultimo anno».
Da qui le critiche al sindaco Giosuè Starita. «E' possibile, dunque, che qualcuno, complice la vetrina mediatica, si sia abbandonato ai proclami. Se così fosse, sarebbe un modo completamente sbagliato di approcciarsi ad una vicenda di estrema complessità e di non facile risoluzione. Ma il punto non è questo».
Da qui una seconda critica, questa rivolta direttamente al suo partito, «La questione problematica è capire che fine abbia fatto il PD torrese.. E’ entrato in maggioranza - conclude Bergamasco - per farsi promotore, garante e controllore di un percorso di rinascita. Anche in questa circostanza, invece, è spettatore silente, sospeso tra le parole del sindaco e qualche boutade estemporanea. Presenza ornamentale in processi decisionali che avvengono anche per nome e per conto suo. Mentre al Senato torna ad azionarsi il pallottoliere, ad Andrea Orlando si augura lunga vita come Guardasigilli. Giosuè Starita tra meno di due anni terminerà il suo secondo mandato e non sarà ulteriormente candidabile. Il Partito Democratico, invece, ci sarà ancora. Con tutte le sue responsabilità. Si consiglia un po’ di lungimiranza e una classe dirigente in grado di capire che essa consiste in qualcosa di più di qualche affascinante rendering».