A cura della Redazione
Ancora una cinquina. Stavolta è toccato al Rende a casa propria. Le cronache parlano di un Savoia devastante. I nostri piedi di piombo cominciano a liquefarsi ma teniamo ancora duro e preferiamo procedere a piccoli passi. A nostro avviso i bianchi non hanno ancora trovato un banco di prova plausibile che ci può fornire l’esatta dimensione della rosa a disposizione di Feola che, lo ribadiamo, sulla carta non ha rivali. Il Rende del “Lorenzon” ha cominciato la partita con i sette undicesimi dalla squadra che è stata ripescata dall’Eccellenza. Venti minuti di gioco “normali”, poi i calabresi hanno addirittura trovato il vantaggio grazie ad un generoso rigore. A questo punto, Scarpa e compagni si sono scatenati prima ribaltando la partita in tre minuti, poi mettendo al sicuro il risultato già nella prima frazione, ed infine “rifinendo” il punteggio nella ripresa. Se con il Torrecuso abbiamo sottolineato l’ammirevole volontà della squadra ad applicare i dettami tattici del suo tecnico, stavolta cogliamo il segnale di un undici pronto a reagire allo svantaggio ed a tentare di recuperare subito la partita. Un’altra dote tipica di una compagine che sa quel che vuole e come ottenerlo. Domenica c’è l’Akragas. Questa partita ci potrà fornire validi elementi per giudicare con maggiore serenità la valenza del lavoro di Simonetti. L’Akragas di mister Rigoli è certamente il più attendibile avversario di questo scorcio di stagione. Costruito senza lesinare nulla dal presidente Alessi, non ha deluso le attese riportando quattro vittorie su quattro nei primi scontri ufficiali di stagione. Inoltre, pare assestata anche la fase difensiva, se è vero che ai cinque gol subiti in Coppa, fa da contraltare la rete ancora imbattuta in campionato. Unica formazione del girone insieme all’Orlandina. In più, i tantissimi telespettatori che seguiranno la diretta RaiSport 1 (canale 57 del Digitale Terrestre) di domenica (ore 13), rappresentano ulteriore propellente a dare il massimo e fare bella figura. Superare questo scoglio sarebbe un segnale forte all’intero girone. E a chi, come noi, cerca il pelo nell’uovo. LA STORIA L’Akragas Calcio nasce nel 1939 e adotta la divisa color viola. E’ solo una piccola realtà del calcio locale quando, nel 1952, con la scomparsa dell’Agrigento, assume i connotati di prima squadra cittadina e veste, per l’occasione, la maglia bianco-azzurra. Due promozioni nel volgere di sei anni e, sul finire degli anni Cinquanta, ritroviamo il club siciliano a calcare i campi della serie C grazie ad una decisione della FIGC dovuta a motivi di rappresentanza geografica. Sono nove i tornei in Terza Serie con miglior risultato un ottavo posto ottenuto proprio nella prima stagione. Seguiranno dodici anni di Interregionale intervallati da una stagione in Eccellenza dopo la retrocessione del 1976-’77, immediatamente riscattata. Nei primi anni Ottanta si vive forse il periodo più interessante per il club agrigentino che, nel volgere di due stagioni, si ritrova in C1 con in panca un certo... Franco Scoglio. Il professore, tuttavia, non riesce a completare il suo lavoro avvicendato, sul finire di campionato, da Bruccolieri che ottiene la salvezza con il dodicesimo posto. Secondo anno sfortunato: né Lojacono né Mujesan riusciranno nell’impresa della salvezza che sarà un miraggio anche per Arcoleo in C2. Si riparte dunque dalla Quarta Serie, ma la società non ha più la forza di sostenere gli impegni economici e così, dopo l’ennesima retrocessione, arriva addirittura il fallimento. Si ricomincia dall’Interregionale con la denominazione Agrigento-Favara, poi mutata in Agrigento Hinterland, che ritroverà la C2 nella stagione 1991-’92 grazie ad un doppio 3-0 rifilato al Calitri nelle finali play-off. In C2 torna anche la vecchia denominazione Akragas, ma durerà poco. Inadempienze economiche e ripetute rinunce a disputare partite porteranno la FIGC ad una doppia radiazione: per l’ Akragas Calcio srl e per la successiva A. C. Akragas Città di Agrigento. Nel 1994 si riparte dalla II categoria con la denominazione A. S. Akragas, che otterrà presto l’accesso alla Promozione prima di fondersi con l’Agrigento e disputare il torneo di Eccellenza. Esaltante ma con finale amaro la stagione 2005-’06: vittoria della Coppa Italia di Eccellenza Sicilia, secondo posto nel girone di competenza, vittoria dei play-off regionali contro Enna e Nissa ma eliminazione bruciante ad opera del Fasano nella finale nazionale per l’accesso in D. Seguiranno sette stagioni sempre in Eccellenza condite da tre play-out vinti, un play-off nazionale perso in finale con il Città de la Cava e finalmente la promozione in serie D, grazie al primo posto ottenuto nella scorsa stagione con dieci punti di vantaggio sul Campofranco. I PRECEDENTI Sono quattro i precedenti con l’Akragas a Torre Annunziata, tutti in serie C. Tre vittorie ed un pareggio lo score. Il primo incontro, all’allora Comunale, si giocò nel 1965. Il Savoia è appena approdato alla Terza Serie e deve vedersela con squadre tipo Salernitana, Sambenedettese, Ascoli, Bari, Lecce,Taranto. Il timone societario è passato dalle mani di Russo a quelle di Franco Faraone Mennella, coadiuvato da dirigenti del calibro di Prisco, Gogna, Pignataro e Manzo, tanto per citarne alcuni. In panca il duo Giglio-Blason. In campo Genisio, Padovani, Roi, Da Dalto, Bechelli, Berlasso, Bertossi e, per un scampolo di torneo, anche Luigi Farinelli che riaffronterà i siciliani qualche anno dopo. Da presidente. Finisce male l’avventura in campionato. I torresi sono costretti allo spareggio salvezza con il Nardò al Flaminio di Roma. Quindicimila cuori bianchi e un nuovo binomio in panca, Spartano-Lopez, non bastano. Si torna in serie D. Con l’Akragas, però, è vittoria: 1-0. Ventisette anni dopo, in C2, il 2-0 di Pepe e Margiotta non basta agli uomini del presidente Immobile a salvare la categoria. Esiziale lo svantaggio negli scontri diretti con il Siracusa. Nel 1993, sempre in C2, il sonoro 5-1 (tripletta di Marino, Irrera e Amato), è uno dei pochi sorrisi di una tormentata stagione che si chiude con la retrocessione in Quarta Serie ancora a capo di uno sfortunato spareggio, stavolta con il Licata, perso per 1-0. Sarà poi la Lega a restituire dignità ai bianchi con il ripescaggio. Che permetterà a Zurlini prima e De Canio poi, di archiviare una stagione senza sussulti. Con i biancoazzurri fu pareggio, 1-1, gol di Masìa. Quel campionato, però, fu fatale ai siciliani cui toccò bere l’amaro calice della serie D, non già sul campo dove ottennero un buon sesto posto, bensì per... alchimie contabili poco gradite alla Lega. L´AVVIO DI STAGIONE Sono cinque i giocatori riconfermati da mister Rigoli per il torneo di serie D. Il difensore Vindigni, i centrocampisti Aprile, Pellegrino e Bonaffini, l’attaccante Arena. Di grande spessore la campagna acquisti. Nella Valle dei Templi arrivano i portieri Valenti, dal Licata, e Zelletta dalla Vigor Lamezia, l’esterno di difesa De Rossi, ingaggiato dalla Primavera del Perugia, l’under Fontana proveniente da Ragusa. Da Messina arrivano in cinque: il difensore Chiavaro, il fantasista Savanarola e l’attaccante Cocuzza sponda ACR Messina, il mediano Assenzio ed il bomber Saraniti sponda Città di Messina. Negli ultimi giorni si sono inoltre aggregati anche l’ivoriano di nazionalità francese Yepie, un difensore ’94 con esperienze nel Chievo Verona, ed il mediano Giuffrida, nelle ultime tre stagioni con i bianco verdi del Lamezia. L’Akragas di Rigoli ha sempre vinto nelle partite ufficiali fin qui disputate: 2-4 al Ragusa nel primo turno di Coppa Italia Dilettanti, 4-3 al Licata nel secondo turno, 0-1 al Pomigliano in avvio di campionato e 3-0 ancora al Ragusa domenica scorsa. Il tecnico siciliano adotta preferibilmente il 4-3-3 e gli addetti ai lavori la collocano come una delle più serie antagoniste per la vittoria finale. MATTEO POTENZIERI (da TorreSette del 13 settembre 2013)