A cura della Redazione
La vittoria dell’orgoglio. Dopo la figuraccia di Noto ed il repentino fiorire di polemiche, occorreva una prova di carattere. E il Savoia l’ha fornita anche a dispetto di infortuni (De Liguori e Ruscio) ed affrettate espulsioni (Stendardo), che avrebbero potuto compromettere la bontà del test. Anzi, a nostro avviso sono stati proprio questi incidenti di percorso a rendere maggiormente compatta la squadra, che ha prodotto una prestazione di spessore in molti uomini. Sono tornati al gol Meloni e Tiscione, il primo all’asciutto da quattro turni, il secondo dalla partita con il Rende di circa due mesi fa, che domenica con il Noto avevano pagato dazio partendo dalla panchina. Ha fornito una esibizione maiuscola Francesco Scarpa, uomo ovunque che non solo non ha lesinato sforzi mettendosi al servizio dei compagni quando necessario, ma con le sue giocate di qualità ha contribuito ad elevare il tasso di una prestazione collettiva fatta di sacrificio in ciascuno degli uomini scesi in campo. E come non sottolineare la performance di Di Pietro, accomodatosi davanti a Maiellaro nella ripresa a mostrare insospettabili doti di centrale? E poi, la bella intuizione di Feola che presenta il giovanissimo Esposito al servizio di Meloni e fa un figurone con l’ex San Giorgio, che mette in bella evidenza le sue peculiarità e si propone come validissima alternativa a Carotenuto. Si badi bene, non è stato un Savoia bellissimo né spumeggiante, tuttavia la turbolenta settimana post Noto, e le stesse vicende avverse nel corso della gara con i calabresi, ci hanno fatto scoprire altri buoni requisiti di questo gruppo solo intravisti in alcuni spezzoni di match precedenti. Occorre ora perseguire su questa strada; le strigliate dirigenziali e non, hanno prodotto il loro effetto ammonendo la squadra che il torneo è ancora tutto da giocare e gli avversari sono sempre lì, ad un passo. Feola dice che la sconfitta con i netini è stata salutare. Probabilmente ha ragione lui per come si è espressa la squadra contro la Vibonese, sebbene i rossoblu di Soda, mai vincenti in questo torneo, non rappresentassero un probante banco di prova. Ma più che la vittoria, mai in discussione, era importante l’approccio alla partita. Ora, più di quanto non lo fosse già, si fa interessante l’incontro di domenica a Battipaglia. I locali, che non perdono da sei turni, sono determinati a rilanciarsi in classifica e, chissà, a tentare di riaprire un campionato che negli auspici della società doveva essere di vertice e che invece, complice un avvio disastroso, si è rivelato impervio. Senza dimenticare il desiderio di ben figurare del tecnico Squillante al cospetto dei suoi ex dirigenti Luce e Simonetti nel biennio passato tra Sarnese e Gladiator. Insomma, sarà il catino del "Pastena" - senza la tifoseria torrese - a dirci se il Savoia ha capito a fondo che dopo il ko in Sicilia, che equivale ad un bonus malamente sprecato, non ci sono altri jolly da sfruttare. Allo stadio non ci sarà neanche la dirigenza. «Non andremo al ‘Pastena’. Lo avevamo già deciso perché non ci sono piaciute le parole volgari del tecnico Squillante nei confronti del nostro direttore sportivo e perché ci siamo annoiati di questi assurdi divieti per i tifosi. Non è giusto limitarne le trasferte», ha spiegato l´amministratore unico Quirico Manca. E non ci sarà il presidente Lazzaro Luce, colpito nei giorni scorsi da un provvedimento restrittivo dell´autorità giudiziaria, nell´ambito di una inchiesta su presunti appalti truccati all´Asl di Caserta. Sarà anche per lui che i calciatori scenderanno in campo, sperando di dedicargli la vittoria. L’AVVERSARIO E’ il 1929 quando viene costituito con Regio decreto il comune autonomo di Battipaglia, ed una squadra con lo stesso nome prende parte ad un regolare campionato. Conquistata la seconda divisione nella stagione 1935-’36, con la denominazione G.S. Baratta Battipaglia, viene promossa in Serie C nel 1938-‘39. Sono quattro i tornei consecutivi nella categoria con un secondo posto alle spalle della Salernitana nel 1942-‘43 quale miglior piazzamento. Nel 1946-‘47, alla ripartenza dei campionati dopo la guerra, pur avendo diritto alla serie B, il club deve rinunciare facendo cadere in prescrizione anche la partecipazione alla Serie C. Nel 1949, con l’U. S. Battipagliese, si riprende a parlare di calcio nella piana del Sele. Alla fine della stagione la Battipagliese viene promossa in I Divisione per un solo punto in più rispetto alla Marina Militare di Castellammare di Stabia. Nel 1951-‘52, con un secco 5-0 alla Penisola Sorrentina nell’ultima giornata di campionato, le zebrette accedono al torneo di Promozione dove vi permangono sino al 1967 quando, dopo essere arrivati quarti, a fine torneo vengono promossi in D grazie ad un ripescaggio. Sei campionati in quarta serie prima di un doppio tonfo consecutivo che relega i bianconeri in Prima categoria. Densa di soddisfazioni la stagione 1975-’76: accesso in Promozione, Coppa Montuori battendo la Flegrea al Comunale di Torre Annunziata, e Campionato Campano di categoria grazie alla vittoria sulla Sanità Sarno. Sfiorata la serie D nel 1981-‘82, dopo gli spareggi persi con Rifo Sud e Acerrana, nel 1983-’84 si torna in quarta serie grazie alle vittorie nella post season su Cicciano e Casalnuovo Aversa. Entusiasmante il torneo 1987-‘88: la Battipagliese chiude il girone al primo posto a pari punti con la Sarnese; nello spareggio di Castellammare di Stabia, con al seguito circa 10 mila tifosi, i salernitani accedono in C2 grazie al gol del 2-1 siglato da Condemi nei tempi supplementari. Appena due stagioni in C2 ed ecco le zebrette approdare in C1 dopo quasi mezzo secolo. L’1-1 con il Potenza al "Pastena", che regala la matematica certezza della promozione, è seguito da ben 12 mila spettatori. Tuttavia, la C1 è solo di passaggio se è vero che in appena due stagioni si precipita in quarta serie. Nel 1992-‘93 però, si torna tra i professionisti per quattro anni. Nel 1996-‘97, battendo alla penultima giornata il Matera per 2-1, si aprono le porte della C1. Si conferma la categoria nel 1997-‘98 grazie ai play out vinti sul Palermo prima di un altro doppio capitombolo che riporta i bianconeri in Serie D. Al termine della stagione 2004-’05, la Battipagliese retrocede in Eccellenza e viene esclusa dai campionati per dissesto economico-finanziario. Nuova rifondazione a seguito dell’acquisto del titolo sportivo della Rinascita Campagna Verde da parte di alcuni imprenditori del luogo, che impongono la denominazione di Rinascita Battipaglia e ricominciano dall’Eccellenza. Dalla stagione 2007-‘08, il club passa all’attuale A.S.D. Battipagliese, sfiorando la sfiorando la promozione in Serie D a seguito dell’eliminazione dai play off nazionali dopo essersi classificata al secondo posto in campionato. Promozione che arriva comunque nel 2009-‘10. I PRECEDENTI In ventisei incontri al "Pastena" il Savoia ha ottenuto sette vittorie e nove pareggi. Dieci le sconfitte, l’ultima delle quali - che coincide anche con l’ultimo incontro disputato con le zebrette - risale al torneo 2004-’05. Monaco su rigore rende solo meno amaro il ko per mister Foglia Manzillo, all’esordio in panchina dopo le dimissioni di Chiappini. A fine stagione, i bianchi accedono ai play-off ma sono eliminati dal Sorrento. Molto meglio nel 1997-’98 in C1. Marin e Califano regolano i salernitani che salvano la categoria ai play-out. Bene per i bianchi anche l’anno successivo, con Masitto a decidere il match. A fine torneo la post season decide la promozione in B per il Savoia e la retrocessione n C2 per i bianconeri. Diciannove anni fa l’ultimo pareggio: zero a zero ma la stagione arride ancora al Savoia che accede la C1 grazie alla vittoria play-off sul Matera. MATTEO POTENZIERI