Stop agli ultimi (leciti) aiutini, da oggi si fa sul serio, riparte la caccia alla Juventus campione. E, diciamolo subito, dietro a rincorrere c’è soprattutto il Napoli, la squadra meno rivoluzionata dove Sarri ha appena concluso il programma di ambientamento per gli acquisti dii gennaio. Un dettaglio denuncia l’ottimismo che sta contagiando tutti: si è scelto di differire l’innesto di Roberto Inglese per evitare sovraffollamento in attacco; è stato preso, lasciandolo ancora al Chievo, almeno fino a Natale. E la scelta conferma, appunto, la fiducia che il Napoli nutre in sé stesso e nella capacità dei propri titolari di attuare schemi diventati ormai automatici nella loro perfetta esecuzione.

La macchina ideale ha bisogno di tempo e di applicazione continua; la tattica adottata per gestire acquisti e cessioni è la dimostrazione che il risultato sia stato quasi ottenuto. Una certezza che ha fruttato anche i 22 milioni intascati per la doppia cessione di Zapata e Strinic alla Sampdoria. Fosse arrivata l’opzione non concessa dal Sassuolo per una futura vendita di Berardi, il comportamento sarebbe stato da oscar. La perfezione napoletana contrasta con l’aria da eterno laboratorio che si respira nello spogliatoio juventino dove la sostituzione di Dani Alves e Bonucci è sempre un test da provare.

Il mese di settembre e la fine della sessione estiva del calciomercato aprono ufficialmente la stagione calcistica, nelle poche soste ci sarà giusto il tempo di ricaricare le batterie e – vedrete – caleranno anche i toni sul VAR, fondamentale novità che ha fatto però dilapidare fiumi di parole. Restano le prime opere, la classifica che propone per ora le solite facce di Juve e Napoli, aspetta la Roma, ma recupera Milan e Inter, due protagoniste smarrite nelle ultime edizioni del campionato e ritrovate ai tavoli delle trattative. Brave ad acquistare, ma pure a cedere, come è capitato con Niang e Ansaldi nell'ultimo giorno utile. Sono finiti al Torino, dove Cairo ha immediatamente reinvestito i 28 milioni arrivati dal Chelsea per Zappacosta, emigrante per volontà di Conte. Un triplo cambiamento che alla serie A potrebbe aver fatto trovare la sorpresa che vivacizzerà il racconto dell’annata.

Ma per la grande impresa l’officina più credibile resta a Napoli: grande artigianato con un pizzico di genio.

* già direttore di Sky Sport

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