Nei giorni in cui tutti parlano di calcio da rifondare, c’è chi si affida alle armi più collaudate per combattere la grande guerra per lo scudetto. Il fine giustifica i mezzi: oggi si gioca Napoli-Juventus, una delle supersfide che soprattutto quest’anno valgono come spareggi sulla strada del titolo, e la vigilia è trascorsa proprio come se sulle panchine sedessero ancora Vinicio e Trapattoni. Invece i due allenatori sono Sarri e Allegri, il vento di novità che sta spazzando quasi tutti i luoghi comuni che frenano la corsa del pallone. Quasi, ma non tutti: hanno ancora diritto di cittadinanza quelli innocui, che non procurano danni.

Ha cominciato Allegri con Higuain, il protagonista annunciato di questo venerdì assolutamente da non dedicare al digiuno. Il centravanti, che neppure il record dei record riuscì a trattenere a Napoli, è stato operato al metacarpo della mano sinistra con una velocità che non faceva trasparire alcuna possibilità di recupero. E invece Higuain a Napoli è arrivato per giocare, dopo un recupero (questo sì) da primato. Le voci di dentro lo danno in campo con alle spalle Douglas Costa e Dybala. Neppure un sibilo è uscito da Castel Volturno: esistono i titolarissimi da campionato, non concedono spazi ai dubbi. Da Reina a Insigne, come nell'era dell'Inter di Sarti-Burgnich-Facchetti. Anche questa sicurezza ostentata, ai tempi del mago Herrera, si chiamava pretattica, oggi i ragazzi neppure conoscono il senso di una parola bandita dal vocabolario calcistico e ripescata solo in caso di necessità.

Ad Allegri il distacco provoca un po’ di emergenza psicologica che rischia di trasformarsi in vantaggio per il Napoli. Una questione di stati d’animo, resa ancora più evidente dalle parole del giovedì: è stato quasi un monologo del conte Max, in sala stampa a Vinovo ha risposto a tutte le domande, senza nascondersi. Persino a chi gli chiedeva conto di un presunto litigio nello spogliatoio juventino, ha replicato con una contro-provocazione: magari ci fosse stato, a volte le emozioni forti servono. Una bugia creativa, come quelle di una volta. Sinceri i complimenti al Napoli e sincera anche la confusione che le uscite di Sarri un po’ gli provocano. Stavolta, almeno quella è stata evitata grazie al silenzio del Gran Teorico, troppo concentrato a limare schemi e perfezionare meccanismi per fermarsi a parlare. Anche questo è un retaggio di un passato lontano, quando non c’erano diritti (televisivi) e obblighi (di comunicazione). Ma a Napoli e Juventus si perdona tutto, in cambio si chiede solo spettacolo. E per lo scudetto c’è ancora tempo. E questa bugia è nostra.

*(già direttore di Sky Sport)

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