Il periodo più cupo di una fantastica stagione può trovare un caldissimo raggio di sole che farà dimenticare un fenomenale festival della chiacchiera.

Un gol e la stagione più fredda diventerà improvvisamente caldissima. Il calcio delle parole è sempre più ingiusto di quello giocato. Prendete il caso del Napoli: in dieci giorni è passato dalla beatificazione collettiva alla messa in stato d’accusa, senza attenuanti per nessuno. A determinare il brusco cambio di condizione sono state le due sconfitte consecutive – contro la Juventus e il Feyenoord – e soprattutto l’eredità emotiva che quei risultati hanno lasciato nei giocatori e nei tifosi. Il rischio è passare dall’esaltazione generale a un’autocommiserazione che può avere conseguenze pesantissime.

Questo è il lato peggiore, ma basta poco per riportare entusiasmo e ottimismo: occorre vincere contro la Fiorentina, nel pomeriggio al San Paolo. E la vetta del campionato verrà riconquistata dopo una sola settimana di interregno interista.

A questo punto della stagione è un imperativo più o meno categorico, per il presente e per il futuro della classifica: ogni altro risultato allungherebbe i tempi della riflessione, dilatando le discussioni accademiche sulle alternative e perfino la ricerca delle soluzioni.

Come se l’argomento non avesse già monopolizzato i pensieri di Maurizio Sarri che deve aver trascorso le giornate seguite allo sgarbo di Higuain ipotizzando le mille combinazioni possibili per trovare un sostituto a Insigne che non comprometta più di tanto la potenza di fuoco dell’attacco.

Un esercizio reso ancor più complesso dal contemporaneo calo bioritmico di Mertens e Callejon: un’emergenza reale che ha fatto tornare attualissimo la questione legata alla necessità di trovare un sostituto a Milik, che nelle intenzioni avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di prima alternativa agli attaccanti titolari.

Ne parleremo tantissimo nelle prossime settimane, ma una vittoria aiuterebbe perché il dibattito sul Napoli non risulti inutilmente drammatico. Il calcio è un gioco, tifiamo per divertirci ancora tanto.

*già direttore di Sky Sport

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