Nel corso di un’operazione di controllo sulle spedizioni transfrontaliere, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Napoli hanno scoperto un traffico illecito di rifiuti diretti in Turchia e hanno eseguito il primo arresto in Italia per il nuovo reato di spedizione illegale di rifiuti, introdotto nel Testo Unico Ambientale.
L’indagine è partita durante l’ispezione di un carico di rottami ferrosi prodotti da una società di Caivano (Napoli) e destinati via nave a un’acciaieria di Izmir. Il materiale, dichiarato come “materia prima seconda” per la fusione in altoforno, è stato controllato con l’ausilio dell’Arpa Campania. Gli accertamenti hanno rivelato che i rottami erano mescolati con rifiuti solidi urbani e rifiuti pericolosi: filtri olio, batterie esauste, legno, gomma, poliuretano, schede elettroniche, parti di veicoli non bonificati, telai di biciclette, cavi elettrici, imballaggi contaminati da oli e grassi, elementi combusti e ossidati.
La documentazione che accompagnava il carico è risultata falsa e attestava inesistenti operazioni di trattamento e recupero del materiale. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la spedizione era in realtà destinata allo smaltimento illecito all’estero, camuffata come trasferimento di materiali riciclati.
I controlli sono stati estesi anche all’impianto aziendale di origine, dove i militari del NOE hanno rinvenuto ulteriori 250 tonnellate di rifiuti speciali, anch’essi etichettati falsamente come MPS e pronti per essere spediti in Turchia. Sequestrati anche quattro automezzi utilizzati per il trasporto di circa 120 tonnellate di rifiuti.
Al termine delle verifiche, protrattesi fino a tarda sera, i Carabinieri hanno arrestato il legale rappresentante della società, un 32enne di San Giuseppe Vesuviano. L’uomo è accusato di spedizione illegale di rifiuti pericolosi verso un Paese estero, aggravata dalle recenti modifiche normative che inaspriscono le pene per questa tipologia di reato ambientale.
L’arresto è stato convalidato dal GIP del Tribunale di Napoli Nord. L’indagato, incensurato, è stato rimesso in libertà su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli Nord, restando comunque sotto indagine.
L’operazione rappresenta un precedente significativo nella lotta al traffico internazionale di rifiuti: per la prima volta, la nuova fattispecie di reato viene applicata in maniera concreta, segnando un punto di svolta nel contrasto alle ecomafie e alla gestione illecita dei materiali di scarto.