A cura della Redazione
Raffaele Pastore, la memoria per costruire giustizia Memoria coniugata con giustizia. Un processo per costruire coscienze consapevoli, quelle propedeutiche alla promozione della legalità. Raffaele Pastore non rappresenta più l’emblema di chi ha frapposto la propria vita tra gli alfieri del bene e i diffusori del male. A dodici anni dal brutale assassinio, sottolineare il suo sacrificio rappresenta l’occasione per contribuire a scoprire con la parola il “coraggio”. Un concetto ribadito dal presidente della “Casa della solidarietà” Amleto Frosi che ha moderato l’incontro di domenica scorsa, nella chiesa del Buon Consiglio al campo sportivo, dove moltissimi torresi hanno preso parte al ricordo di un lavoratore che osò ribellarsi al pizzo. Si è trattata anche, come ha sottolineato il parroco don Ciro Cozzolino, di una tappa di avvicinamento alla manifestazione nazionale “Giornata di lotta alle mafie” che si svolgerà in Campania il 21 marzo 2009. “Lo Stato con la sua recente e forte presenza nella nostra città - ha ricordato il sindaco Giosuè Starita - ha inteso lanciare un segnale chiaro a chi credeva che sul territorio vigessero altri tipi di legge”. Ma nelle parole di Beatrice Federico, la vedova di Raffaele Pastore, alberga un messaggio concreto che travalica il profondo, indelebile dolore personale: “L’azione repressiva non basta se non viene affiancata da un radicale cambiamento di mentalità. La camorra è sintomo di un male molto profondo - ha sostenuto con fermezza - e va combattuto abbattendo i principi che lo nutrono e lo sorreggono. Bisogna agire profondamente contro tutte quelle credenze, idee e convinzioni che determinano l’atteggiamento camorristico”. Beatrice Federico è impegnata da anni in attività di promozione culturale per lo sviluppo della legalità. Grazie anche al suo prezioso contributo, la scorsa settimana è nata a Trecase “Logos”, un’associazione che si prefigge di migliorare la qualità della vita sul nostro territorio. “Combattere la camorra significa anche avere il coraggio di toglierci quelle maschere del teatro grottesco - ha concluso - e una volta per tutte riconoscere che, consapevolmente o meno, volontariamente o meno, tutti noi abbiamo contribuito a creare”. Don Luigi Merola quando per motivi di sicurezza fu costretto a lasciare, nel giugno del 2007, la chiesa di San Giorgio Maggiore a Forcella dove aveva combattuto senza paura la criminalità organizzata per sette, lunghi anni, affermava: “La camorra a Napoli verrà sconfitta. Sono necessarie audacia e determinazione, ma la città riuscirà presto a voltare pagina”. Il sacerdote è appena rientrato dall’ “esilio romano” e, intervenendo alla commemorazione di Raffaele Pastore, ha affermato: “Da solisti non si può combattere. Bisogna essere un coro. Sacerdoti e laici insieme possono vincere”. Geppino Fiorenza ha aggiunto: “Le parole di Beatrice sono importanti: bisogna combattere contro l’indifferenza e la rassegnazione”. Fiorenza è il referente per la Campania di “Libera”, un coordinamento di oltre 1200 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. “Le manifestazioni servono a poco se non c’è l’impegno quotidiano nel sollecitare la società civile a promuovere giustizia. La memoria è altresì importante: le mafie uccidono con l’indifferenza e il silenzio”. L’onorevole Luisa Bossa, infine, ha sottolineato il proprio impegno in qualità di componente della commissione antimafia. “Ho detto ai miei colleghi parlamentari che il tempo delle inchieste e della raccolta di notizie è oramai tramontato. Ora è il momento di agire - ha ribadito l’ex sindaco di Ercolano - e di dare le risposte attese dai cittadini. E’ necessario ripartire dalla scuola dove deve essere applicata l’ignoranza zero, altro che tolleranza zero!”. GIUSEPPE CHERVINO