A cura della Redazione
Si sono incontrati di nuovo martedì mattina attorno ad un unico tavolo i sindaci dei Comuni compresi tra Castellammare e San Giorgio a Cremano. Oltre ai primi cittadini, a palazzo Santa Lucia a Napoli, erano presenti gli stessi rappresentanti regionali, Arpac e Asl, per discutere ancora dello stop all’utilizzo delle spiagge di tutta la linea di costa del litorale vesuviano, per un totale di venti chilometri, a partire dalla banchina di “zì Catiello” a Castellammare fino a San Giorgio a Cremano, sino a quando l’area non verrà bonificata. In collegamento in video conferenza anche i dirigenti dei ministeri dell’Ambiente e della Salute, che hanno firmato nei giorni scorsi il decreto, che oltre a revocare balneabilità in quasi tutto il tratto di costa vesuviano, impedisce di fatto anche di calpestare gli arenili. Insomma, non solo vietati i tuffi, ma anche l’elioterapia. Una problematica che aveva portato gli amministratori dei sei comuni coinvolti a recarsi in Regione e chiedere all’assessore all’Ambiente, Walter Ganapini, di schierarsi con i sindaci in quella che una battaglia a difesa almeno della tintarella. Nel primo incontro alla Regione di giovedì scorso, i sindaci avevano puntato l’attenzione sui tempi che hanno portato al divieto di tintarella: «Se davvero siamo di fronte a un pericolo tanto serio – hanno detto - tale da evitare ogni contatto con la sabbia, perché per avere questo responso sono serviti due anni? Un provvedimento del genere sarebbe la fine per le strutture che operano solo nella stagione estiva». Il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, è stato quello che maggiormente ha “incalzato” i dirigenti ministeriali per scongiurare la firma di un’ordinanza che di fatto avrebbe interdetto l’accesso a tutte le spiagge oplontine. Ordinanza che è già stata firmata da quattro sindaci su sei, ad esclusione dei comuni di Torre Annunziata e Torre del Greco. “Ho messo in evidenza – ha detto Starita – la contraddittorietà del provvedimento adottato dai ministeri dell’Ambiente e della Salute, che penalizzerebbe oltremodo non solo gli operatori balneari, ma tutta la cittadinanza. Alla fine abbiamo chiesto ed ottenuto nuovi controlli e analisi da parte dell’Istituto Superiore della Sanità che tengano conto di ulteriori criteri di valutazione». Per ora, quindi, il pericolo della chiusura delle spiagge è stato scongiurato.