A cura della Redazione
Curiosità e informazione. Due concetti che con frequenza si cercano per ritrovarsi in una convivenza non forzata, ma deontologicamente integrativa. Due ingredienti essenziali che, in ogni caso, compongono la formula chimica dell’inchiostro contenuto nelle penne dei giornalisti. Curiosità e informazione ci hanno convinto a sbirciare nei giardini dello Sport Club Oplonti di Torre del Greco in occasione della presentazione del libro “Non sarò Clemente”, scritto a quattro mani dal neo europarlamentare Clemente Mastella e da Marco Demarco, direttore de "Il Corriere del Mezzogiorno". Più che un compendio delle “memorie dell’ultimo democristiano” (è il sottotitolo dell’opera), l’ex guardasigilli ha colto l’occasione per impegnarsi in una mega arringa difensiva sulle sue ultime vicende giudiziarie. Stuzzicato, ma non troppo, dalle domande di Antonio Corbo, editorialista de “La Repubblica”, dello stesso Demarco e di Davide Frega, consigliere alla cultura del sodalizio torrese, Mastella ha raccontato, si è raccontato, ma sostanzialmente ha attaccato il sistema giudiziario, nel quale ha ricoperto il massimo ruolo istituzionale. Bersaglio preferito e, se vogliamo, anche banale è stato il magistrato Luigi De Magistris che, secondo il segretario nazionale dell’Udeur, avrebbe usato in via strumentale la magistratura. Attraverso offensive studiate e spietate nei confronti di Mastella, il pm d’assalto napoletano avrebbe ottenuto quella sovraesposizione mediatica propedeutica per la candidatura e la successiva elezione al Parlamento Europeo con un numero di preferenze assolutamente plebiscitario. Una lettura fin troppo semplicistica di una vicenda strettamente personale che, per il momento, non ha intrigato i lettori. Le “memorie” di Clemente Mastella (editore Rizzoli), infatti, stentano a decollare nelle librerie nonostante il tour de force promozionale al quale si sta sottoponendo l’ex ministro della giustizia. GIUSEPPE CHERVINO