A cura della Redazione
Pubblichiamo una lettera giunta in redazione ed inviata da un dipendente Atitech di Torre Annunziata, il quale si interroga sul futuro dell´azienda in crisi Egregio direttore, mi chiamo Giuseppe Formisano, sono un padre e un marito e vi scrivo in quanto ho notato che in Italia vige il principio della contraddizione. Sono un giovane trentenne di Torre Annunziata. Quando avevo 19 anni sono andato a Roma a lavorare in Alitalia, allontanandomi dalla mia città e dai miei affetti, pensando soprattutto al mio futuro. Le difficoltà, all’inizio, sono state tante ma grazie alla mia forza di volontà ho saputo guardare avanti sperando che un giorno avrei potuto realizzare il mio sogno e cioè quello di ritornare alle origini e poter così offrire un contributo alla mia amata città. Quel giorno è arrivato due anni fa: dopo dieci anni ho avuto il trasferimento a Napoli, in Atitech gruppo Alitalia. Ricordo che la felicità fu tanta, le difficoltà degli inizi furono ben presto superate. Oggi mi ritrovo a lavorare in una società che sta attraversando una difficile crisi, senza sapere da chi verrà acquistata e che non può offrire garanzie occupazionali ai suoi dipendenti. Noi lavoratori sembriamo delle pedine di una scacchiera: ci spostano e ci illudono, ma la verità sul futuro delle nostre famiglie sembra non interessare a nessuno. Nei giorni scorsi, ho appreso dagli organi di stampa degli arresti che ci sono stati nella nostra città e la frase che mi ha colpito è stata che lo Stato ha deciso di riprendersi Torre Annunziata. Da cittadino sono d’accordo con questa frase, ma il governo Berlusconi deve anche riportare il lavoro a Torre Annunziata e non farlo perdere a chi ce l´ha! (vedi l’Art. 1 della Costituzione italiana). Ci sono tanti padri di famiglia come me che, se Atitech ci manda a casa, non avranno molte possibilità di trovare un’altra occupazione. Mi domando e spero di poter avere una risposta: perché anche la forza lavoro del Sud, che già vive in realtà sociali non facili, deve pagare il prezzo della disoccupazione? Che esempio diamo alle nuove generazioni e quali alternative di vita offriamo ai nostri figli? Spero in una vostra risposta. Giuseppe Formisano La questione della crescita della disocuupazione è uno degli argomenti maggiormente in discussione dai governi occidentali. La crisi economica che sta imperversando da un anno sui paesi di tutto il mondo sta mettendo a dura prova la stabilità delle economie dei paesi più industrializzati. Tra questi anche l’Italia. L’interrogativo che dovremmo porci è il seguente: "Il nostro governo sta mettendo in campo tutte le strategie di carattere economico-finanziario per rintuzzare una crisi che si prevede perdurerà anche per il 2010?".