A cura della Redazione
SINTOMI E CONTAGIO Quali sono i sintomi? L’influenza A è un’infezione virale. I sintomi principali sono tre: febbre improvvisa sopra i 38 gradi che persiste per più di tre giorni; almeno un sintomo respiratorio tra raffreddore, naso che cola, mal di gola e tosse; almeno un disturbo generale tra dolori muscolari, affaticamento, nausea, vomito. A questi si possono associare fiato corto, pressione bassa e nei casi molto gravi colorito bluastro della pelle, espettorato di colore scuro. Sono come quelli dell’influenza stagionale ma si manifestano in maniera più intensa. Quanto è virulenta? L´Influenza A ha un’aggressività clinica simile alla consueta epidemia stagionale ma colpisce più persone. La differenza sta nella velocità della diffusione e nel fatto che questa aumenta perché oggi non abbiamo gli anticorpi per difenderci. In pratica, a parità di pericolosità, si ammala più gente e, quindi, è difficile evitare che si manifestino alcuni casi gravi, anche se la stragrande maggioranza saranno di gravità lieve o moderata. Qual è la letalità per le categorie a rischio? È dello 0,48 % per le categorie a rischio, è dello 0,2% tra le persone sane. Che differenza c’è tra l’influenza stagionale e la pandemica? I sintomi della stagionale sono gli stessi: febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di gola, raffreddore, tosse secca, malessere. L’unica differenza è che il virus H1N1 si manifesta con difficoltà respiratorie più serie, ma non necessariamente. Può accadere che una persona contragga il virus in una forma molto blanda e lo curi come una normale influenza, guarendo definitivamente senza accorgersene. Come distinguere un raffreddore dalla Influenza A? Il raffreddore comporta raramente febbre, mal di testa, dolori generali. Ma ha come conseguenza la spossatezza, sempre il naso chiuso, spesso è accompagnato da tosse e mal di gola. La Nuova Influenza è caratterizzata da tre sintomi: febbre alta a inizio brusco, difficoltà respiratorie, dolori articolari. L’influenza può manifestarsi con sintomi gastrointestinali? È raro. In presenza di nausea, diarrea, febbre, malessere generale, dolori addominali si può trattare di un virus stagionale. Se si avvertono i sintomi come conviene agire? Se i sintomi sono intensi e forti si deve chiamare il medico di famiglia. È inutile andare al pronto soccorso senza l’indicazione del medico di medicina generale. È altrettanto inutile per il singolo richiedere il test per l’identificazione della malattia, nei mesi scorsi aveva senso farlo al fine di individuare i focolai influenzali, oggi si esegue a campione. Quando bisogna entrare in allerta? Quando i sintomi persistono per più di tre giorni e sono molto violenti. Nella maggior parte dei casi la Nuova Influenza si manifesterà in forma blanda e guarirà trattandola con farmaci sintomatici. Come si trasmette? La principale via di contagio è quella aerea. Ci si può contagiare con un bacio, bevendo dalla stessa bottiglia, fumando la stessa sigaretta, oppure a mezzo metro attraverso il respiro, un metro/un metro e mezzo con lo starnuto o con un colpo di tosse. Si può trasmettere anche in via indiretta, il virus per qualche minuto rimane in vita sulle superfici per cui è sempre utile lavarsi le mani. Come si evita il contagio? Lavandosi accuratamente le mani dopo aver tossito o dopo essersi soffiati il naso; evitando di portare le mani a contatto con occhi, naso, bocca; usando solo ed esclusivamente i propri asciugamani, fazzoletti, bottiglie, bicchieri, lattine, posate, ecc., senza cederli a qualcun altro; trattenendo gli starnuti e i colpi di tosse con la mano o con un fazzoletto; evitando effusioni o contatti ravvicinati con persone a rischio. Può essere utile indossare la mascherina? È utile solo in un contesto ospedaliero. Non ha alcuna efficacia per evitare il contagio. Questa infatti serve a isolare e proteggere il malato non la persona sana. Quanto tempo sopravvive il virus? Alcuni studi sostengono che resiste fino a 48 ore sulle superfici dure. Qualche minuto, invece, sulle mani. Per quanto tempo si è contagiosi? Si è contagiosi da un giorno prima della comparsa dei sintomi a quattro giorni dopo. IL VACCINO, I FARMACI E LE CURE Il vaccino è sicuro? Usa la stessa tecnologia di ogni anno e vi sono pochi motivi per ritenere che non sia sicuro. I vaccini omologati rispettano standard di sicurezza molto elevati. Le complicanze sono dello stesso tipo: nell’1% dei casi febbre, nel 10% dei casi si manifesta con sintomi locali come arrossamento e gonfiore. Quali sono le differenze con il vaccino stagionale? La filiera produttiva è la stessa, c’è solo un aggiornamento del ceppo. Può essere utile fare il vaccino stagionale come forma di prevenzione? Assolutamente sì, perché bisogna considerare che si avranno due influenze quest’anno. Per cui, nell’attesa che il vaccino contro l’H1N1 sia disponibile per tutti, conviene fare quello stagionale. Da quando sarà disponibile il vaccino? Dalla prima metà di ottobre quello stagionale, a metà novembre quello contro la pandemica. Il vaccino posso acquistarlo in farmacia? Non si sa, se e quando, si potrà acquistare. Per adesso il programma pandemico deciso dal ministero della Salute prevede di distribuirlo solo ad alcune categorie di persone (leggi la domanda: Chi avrà diritto alla vaccinazione contro la pandemica?). Quello stagionale invece si può acquistare a partire dalla metà di ottobre e costa circa otto euro. Chi avrà diritto alla vaccinazione contro la pandemica? La prima fase riguarderà gli operatori sanitari e le categorie a rischio. Saranno vaccinati contro il virus della nuova influenza gli addetti ai servizi essenziali; il personale sanitario di ospedali e case di riposo; almeno il 90% dei medici di famiglia e dei pediatri; le donne incinta; il personale delle Poste, della Telecom e delle Forze Armate. Entro fine anno toccherà ai soggetti affetti da malattie respiratorie tra i 2 e i 65 anni, 7 milioni di dosi. Gli altri 16 milioni di vaccini saranno indirizzati, a partire dal 31 gennaio, alla restante popolazione sana tra i 2 e i 27 anni, i cosiddetti ‘untori’. Perché non si vaccinano i bambini tra sei mesi e due anni? I bambini dai sei mesi ai due anni potrebbero trarre vantaggio dalla vaccinazione, ma i vaccini oggi disponibili non bastano per la profilassi di tutta la popolazione. Per questo nella scelta della strategia vaccinale il Ministero ha deciso di proteggere, nella fascia della popolazione sana, i cosiddetti ‘untori’, ovvero i giovani tra 2 e i 27 anni. Quelli cioè che sono più a rischio e frequentano luoghi di socializzazione. Ho un’attività commerciale, mi conviene vaccinare i miei dipendenti? Sì, contro l’influenza stagionale. Un terzo dei casi complessivi di influenza stagionale si riduce. Il vaccino contro la Nuova influenza sarà distribuito secondo in programma pandemico deciso dal ministero della Salute (leggi la domanda: Chi avrà diritto alla vaccinazione contro la pandemica?). Cosa deve fare una donna in gravidanza? Meglio estendere la profilassi a tutte le donne in gravidanza, soltanto così si possono evitare complicanze gravi. Chi si preoccupa dei rischi per il nascituro deve stare tranquillo. Il vaccino infatti è inattivato (cioè non provoca la malattia) e, pertanto, non ha effetti avversi per il feto. Anzi. Poiché il bambino non può ricorrere al profilassi prima del sesto mese, meglio vaccinare la mamma per ottenere un immunizzazione indiretta. In altre parole, vaccinando la donna incinta si protegge anche il bambino fino al sesto mese di vita. Se una mamma si ammala deve continuare ad allattare? Sì. Mai smettere l’allattamento se ci sia ammala. È il modo migliore per proteggere il piccolo. Il consiglio è usare una mascherina quando si allatta. Come si usano gli antivirali? Entro 48 ore, due volte al giorno per 5 giorni. Solo su prescrizione medica. Il rischio è di assumere il farmaco inutilmente. Non si può rischiare che durante una pandemia si sviluppino casi di resistenza dovuti all’eccessiva somministrazione della molecola. Il paracetamolo può essere una soluzione? La maggior parte dei pazienti colpiti dal virus presenta i tipici sintomi influenzali e spesso guarisce in una settimana al massimo, senza la necessità di assumere farmaci. Il più delle volte bastano farmaci come il paracetamolo per la febbre, o l’ibuprofene (che ha proprietà analgesica, antinfiammatoria e antipiretica) per i dolori articolari e gola. Infine nei casi in cui si sospetta un’infezione batterica, sempre sotto prescrizione medica, si consiglia l’uso degli antibiotici. IN VIAGGIO Se parto nei prossimi mesi corro dei rischi? Chi parte corre gli stessi rischi a cui andrà incontro in Italia perché presto la diffusione dell’influenza sarà omogenea. Tuttavia è sempre consigliato adottare delle precauzioni: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con detergenti a base di alcool ed evitare di portarle a contatto con occhi, naso e bocca. Evitare luoghi affollati. Ad ogni modo è attivo il 1500, il numero verde messo a disposizione dal ministero della Salute per dare indicazioni a chi si mette in viaggio. Ecco gli opuscoli da scaricare: Per chi parte | Per chi arriva Cosa fare se si torna da un viaggio a rischio contagio? Una settimana di attenzione, che è più o meno il tempo di incubazione della malattia. Presto quello del viaggio sarà un falso problema: l’Italia, in proporzione, avrà lo stesso numero di contagiati degli altri Paesi. A SCUOLA E IN UFFICIO Quali precauzioni si possono adottare prima di andare a scuola? Insegnare ai bambini a lavarsi bene le mani per almeno 30 secondi, asciugarle bene, e a rispettare le norme di igiene primaria. Se il bambino non si sente bene, come deve comportarsi un genitore? Meglio tenerlo a casa per una settimana. Se manifesta sintomi chiamare il medico per una terapia sintomatica. Chi vive un ambiente lavorativo affollato può adottare qualche precauzione? La precauzione può essere quella di usare sale riunioni più ampie, di lavarsi le mani molto spesso, di tenere pulita la postazione di lavoro, di portare con sé gel o schiume disinfettanti. In caso di pandemia si deve chiudere un’azienda? Non è previsto. Anche se l’azienda può decidere per l’auto-chiusura per malattia. Il datore di lavoro può chiedere di fare il vaccino? Sì, lo può suggerire ma non è obbligatorio. Inoltre può richiedere di indossare attrezzature di protezione personale, può anche chiedere il telelavoro come strategia di controllo dell’infezione. Quest’ultimo punto non può avvenire senza un accordo sindacale. Una persona che avverte i sintomi e lavora in un’azienda o all’Università può andare al lavoro, anche se non ha febbre? Se non ha febbre sì. Se avverte sintomi, anche blandi, è meglio che resti a casa. Quali sono i luoghi a rischio? Luoghi affollati ma anche molto umidi: metropolitane, autobus, cinema, aule di università. Come comportarsi sui mezzi di trasporto pubblici? Lavarsi le mani, usare schiume o gel protettivi quando si scende dal mezzo di trasporto. Come si fa a essere sicuri che il cibo acquistato sia garantito? Non c’è nessun rischio di contagio attraverso il cibo. IN CASA Quali precauzioni devo adottare in casa? Bisogna sempre tenere la casa pulita. Bastano i normali detergenti e disinfettanti per uso domestico. Tutti devono attenersi a queste norme, anche gli ospiti. Sempre importante lavarsi le mani e tenere gli spazzolini separati. Tutti dicono di lavarsi le mani, è davvero così importante? Sì, è un atto semplice da ripetere almeno tre volte al giorno. Dovrebbe durare almeno 60 - 90 secondi, un tempo indispensabile per ridurre realmente il rischio di trasmissione. Una stretta di mano a una persona malata, afferrare la maniglia dell´autobus e poi toccarsi il naso, possono favorire il contagio. Se ho un animale domestico in casa, può ammalarsi e contagiarmi? No, non ci sono evidenze scientifiche che lo dimostrino.