A cura della Redazione
Era il 23 novembre del 1996 quando Raffaele Pastore, commerciante, venne barbaramente ucciso dai sicari della camorra. Una esecuzione brutale, dinanzi alla madre anch´essa rimasta ferita nell´agguato, commissionata dai clan perché Pastore si era opposto al racket denunciando i suoi aguzzini. A distanza di tredici anni, l´amministrazione comunale ha ricordato Raffaele nella giornata di ieri, deponendo un albero di ulivo dinanzi al negozio di mangimi di cui era titolare in via Carminiello. Un segno di speranza e di rinascita in una città che, sebbene in questi ultimi tempi stia tornando alla legalità grazie alla forte azione di contrasto alla criminalità delle forze dell´ordine, stenta ancora a "normalizzarsi". Testimonianza ne è l´assenza dei commercianti e della cittadinanza alla commemorazione di ieri. L’iniziativa, intitolata "Il Ricordo, la Rinascita", è stata fortemente voluta dall’Assessorato alla Sicurezza Urbana della Regione Campania, dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Torre Annunziata e dall’Associazione “Casa della Solidarietà”. Presenti, oltre al sindaco Giosuè Starita, la vedova Beatrice Federico ed Amleto Frosi, presidente dell´associazione Alilacco Sos Impresa, impegnata nella lotta al racket e all´usura. La giornata si è conclusa con una messa celebrata nel pomeriggio nella chiesa di piazza Cesàro, nella quale è stata ricordata la figura di Pastore e di tutti coloro che hanno perso la vita in nome della battaglia per la legalità e contro la sopraffazione.