A cura della Redazione
Torre Annunziata. Quando leggiamo il nome della nostra città sui giornali, o quando ne vediamo le immagini in televisione, è, quasi sempre, per fatti di cronaca nera, per problemi legati alla mancanza di lavoro, per situazioni di degrado. Eppure Torre ha delle potenzialità enormi che, se valorizzate, potrebbero farla diventare “la perla” della provincia di Napoli. La natura le ha infatti regalato un clima salubre e mite, per la sua posizione geografica tra il mare e il Vesuvio, e un panorama suggestivo, che si affaccia sulla costiera sorrentina e su Capri, con degli “angoli di paradiso” come Capo Oncino e lo scoglio di Rovigliano. Inoltre, anche le sabbie vulcaniche delle nostre spiagge e le terme rappresentano una ricchezza unica e preziosa del nostro territorio. E, per finire, gli scavi archeologici ci hanno restituito le splendide bellezze delle ville di Poppea e Crasso, riportando alla luce l’antica Oplonti e il suo tesoro famoso nel mondo. Ma Torre ha anche avuto tanti figli illustri, naturali ed adottivi, di cui essere orgogliosa, sia nel passato che nel presente. Come non ricordare i molti personaggi che hanno fatto la storia della nostra città, da Ernesto Cesàro a Gino Alfani, da Paolo Morrone a Michele Prisco, e altri che ancora oggi ci fanno onore come Dino De Laurentiis, Tullio De Mauro, Giampaolo Di Paola e Maria Orsini Natale. Si tratta solo di alcuni nomi, ma ve ne sono tanti altri rappresentativi del nostro genio che, forse, non ha eguali in città simili alla nostra. Eppure, nonostante ciò, Torre continua ad essere indicata come una città “maledetta”, un luogo dove la criminalità è fortemente radicata e lo spaccio di droga rappresenta un’attività diffusa. Insomma, “il mostro” Torre è sbattuto in prima pagina continuamente ed impietosamente, tanto che spesso, quando si è in giro per l’Italia, dire di essere torresi significa essere guardati con sospetto e diffidenza e anche con una punta di disprezzo. Allora dobbiamo “vergognarci” di essere abitanti della nostra città? Niente affatto! Anzi, l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura ci sta aiutando a risalire la china, ad uscire dal baratro nel quale eravamo precipitati da tanto tempo. Ciò, però, da solo non basta. Anche noi dobbiamo rimboccarci le maniche e dare una mano. A cominciare dall’Amministrazione Comunale che, in verità, pur fra tante difficoltà, sta cercando faticosamente di far emergere la città dal declino. Ma il futuro di Torre è legato alla risoluzione di molti problemi e alla realizzazione di diversi progetti: bretella porto-autostrada, cittadella commerciale, Pompei 2000, tanto per citare i principali. E poi, al “salvataggio” delle industrie in crisi, a cominciare da quelle del settore nautico. Fino ad arrivare al recupero delle aree dismesse della zona sud e dei quartieri degradati del centro storico, oltre che di strutture quali i cinema-teatro Moderno e Metropolitan, l’ex lido Santa Lucia, l’ex parco Cristo Re. E, infine, è necessario il rilancio degli Scavi di Oplonti (la Villa B è ancora chiusa al pubblico) e la creazione di attrattive turistiche nel confinante Spolettificio. A tal proposito, oltre a preservare la tradizionale attività industriale di questo opificio, bisognerebbe istituire, nella parte della Real Fabbrica d’Armi non impegnata dalla produzione, un museo permanente delle armi ed uno dell’Arte Bianca (che ricordino, nel contempo, il nostro passato ma anche il presente rappresentato dal pastificio Setaro). E ancora, un museo dell’energia solare che “pubblicizzi” il nostro futuro energetico, coinvolgendo nell’iniziativa Giuseppe Vaccaro che lo aveva già realizzato artigianalmente sul lastrico del suo terrazzo. E, in ultimo, una sala dove esporre i Pupi di Lucio Corelli e farvi rappresentazioni per bambini (anche se l’ex cinema Ariston sarebbe l’ideale). Senza considerare i tanti turisti che visiterebbero Oplonti, tutte queste “novità” attirerebbero ogni anno centinaia di migliaia di studenti, professori e cittadini che rappresenterebbero una continua risorsa economica per la città. Ovviamente, occorrerebbe anche aprire un varco nello Spolettificio, per farvi entrare auto e bus turistici, oltre che istituirvi dei punti di ristoro, di vendita di souvenir e di prodotti gastronomici. Sarebbe un’occasione importante per rivitalizzare tutta l’area circostante, a cominciare dai quartieri Provolera e Murattiano. Tutto ciò, però, sarà possibile solo se si aprirà un tavolo di concertazione tra l’Amministrazione Comunale e i Ministeri della Difesa, dei Beni Culturali e dell’Ambiente, che andrebbero coinvolti e sollecitati continuamente a dare le opportune autorizzazioni ed i necessari finanziamenti. Certo, le cose dette sembrano essere state lette in un libro dei sogni, ma se veramente fossero realizzate, nell’arco dei prossimi anni, si potrebbe anche frenare l’esodo di tanti giovani dalla nostra città che, nell’ultimo decennio, ha assunto una dimensione allarmante. SALVATORE CARDONE