A cura della Redazione
La questione discariche nel Parco Nazionale del Vesuvio continua a preoccupare i cittadini. Dopo il nostro articolo del 16 aprile scorso, a firma di Salvatore Cardone, ci sono stati nuovi sviluppi in merito alla vicenda, come la visita degli europarlamentari della Commissione europea per le Petizioni e l’udienza svoltasi il 28 aprile dinanzi al TAR del Lazio, sede di Roma, ed avente ad oggetto la discussione sulla richiesta di sospensiva del provvedimento a mezzo del quale il Consiglio dei Ministri aveva dato, di fatto, il via libera ai lavori per l’allestimento della seconda immensa discarica nel Parco, la cosiddetta “Cava Vitiello”. A tal riguardo, abbiamo sentito il parere dell’avvocato Aldo Avvisati (foto), dello Studio Legale AFM di Torre Annunziata, patrocinatore legale per conto del Comune di Boscotrecase e di Legambiente Campania nel giudizio su menzionato. Avvocato, cosa riguardava e come è andata l’udienza del 28 aprile? «Dopo una iniziale resistenza, il Collegio della I sezione ha accettato di buon grado di ascoltare la nostra discussione che si è incentrata principalmente su una questione di diritto: carenza di potere del Consiglio dei Ministri ad adottare un provvedimento di approvazione della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) in contrasto con gli esiti finali della Conferenza di Servizio, in quanto con la dichiarata cessata fine della “emergenza rifiuti” ed il ritorno dei poteri alle Amministrazioni territoriali competenti, il procedimento derogatorio della VIA ordinaria (fondante il potere del CdM) è da ritenersi caducato. In ogni caso, sono emersi vizi nel procedimento VIA in quanto su questa doveva esprimersi, preliminarmente ad ogni altro ente, il Parco Nazionale del Vesuvio. Sono stati ravvisati, inoltre, pericoli nell’immediato di danni gravi ed irreparabili per l’area protetta ed il suo ecosistema: difatti, contrariamente a quanto sostenuto dall’Avvocatura dello Stato costituitasi a difesa del CdM e per la quale ogni pregiudizio sarebbe ben in là da venire, i danni si determinano sin dal primo passaggio di automezzo nell’area al fine di allestire la discarica. Tutto questo per tentare di ottenere, nelle more dell’iter giudiziario, un provvedimento di sospensione della delibera del CdM». Qual è stato l’esito dell’udienza? «L’esito è stato interlocutorio, con la pronuncia da parte della Sezione I di una ordinanza con la quale le Amministrazioni intimate (CdM, Dipartimento Protezione Civile, ARPA Campania) devono esibire “documentati chiarimenti” in ordine a quali siano le amministrazioni competenti a gestire l’apertura della discarica; all’eventuale intervenuta effettuazione di accertamenti tecnici preliminari, nonché in ordine alle cautele adottate in rapporto all’esigenza di tutela dell’ecosistema della Zona di Protezione Speciale… L’Ordinanza completa è consultabile sul sito www.afmstudiolegale.it, al link “Ecostudio”». In soldoni, come va interpretata la pronuncia? «A mio giudizio è positiva. Difatti, è come se il TAR avesse ritenuto congrue le deduzioni e la documentazione da noi allegata a sostegno del ricorso (si tenga presente che abbiamo allegato, oltre ad una relazione dell’Ufficio Tecnico del Parco, anche i pareri di professori dell’Università Federico II e studi di Legambiente) ed avesse rivolto un invito alle amministrazioni resistenti di “portare” in giudizio attestazioni e perizie in grado di controbattere adeguatamente...». Altrimenti? «Altrimenti, secondo me, all’udienza fissata in prosieguo al 16 giugno per discutere della nostra richiesta di sospensiva, il Collegio potrebbe anche pronunciarsi per l’accoglimento. Mi faccia, però, dire ancora qualche cosa. Ritengo che gli strumenti dei ricorsi e della tutela giudiziaria nel nostro Ordinamento siano gli strumenti principe per tutelare i diritti e gli interessi dell’individuo e della collettività. Ma in battaglie come queste rischiano di non bastare. Vede, io sono stato già procuratore legale costituito in un’azione giudiziaria attivata per una vicenda analoga a quella di cui parliamo. In quel caso, abbiamo ottenuto la sospensiva sempre del TAR Lazio alla realizzazione di una infrastruttura viaria sempre all’interno dell’area protetta del Vesuvio. Poi, siamo arrivati ad oggi, con il Consiglio dei Ministri che è determinato a realizzare sempre nella stessa area la più grande discarica del Mezzogiorno. Per questo ritengo, altrettanto fondamentali, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la sua diretta partecipazione per scongiurare quella che per l’intera comunità vesuviana, non solo per i Comuni direttamente coinvolti, sarebbe una sciagura. Invero, il Vesuvio, la sua area protetta, i suoi paesaggi, i suoi prodotti, sono oramai un giacimento naturalistico, culturale e turistico che appartiene a noi tutti. Mi sia consentito, pertanto, rivolgere nell’occasione un plauso al vostro giornale per il risalto che dà continuamente a questa battaglia di civiltà». DOMENICO GAGLIARDI (dal setiimanale TorreSette del 7 maggio 2010)