A cura della Redazione
La trattativa per l’acquisto della Metalfer da parte della società Bennu Yachts subisce un improvviso stop. L’imprenditore Arturo Cesarano ha scritto una lettera dai toni molto duri al presidente della Tess, Leopoldo Spedaliere, accusandolo di aver bloccato la vendita del capannone industriale e dei suoli di via Terragneta, già pattuita al prezzo di 10 milioni di euro. Cesarano fa riferimento ad una comunicazione inviatagli da Spedaliere nella quale viene chiesto il rilascio dell’area di proprietà della Tess e concessa in comodato d’uso alla società stessa. La tensione tra impresa ed istituzioni è salita all’indomani dell’incontro dell’8 aprile, quando l’imprenditore avrebbe dovuto presentare il piano industriale e quello di occupazione del personale. All’appuntamento Cesarano non si presenta e la sua assenza - secondo l’imprenditore - sarebbe stata interpretata dalla Tess come una manifestazione di volontà di sottrarsi agli impegni assunti il 10 marzo 2011. Impegni che prevedevano l’assunzione dei lavoratori dell’ex Metalfer, come chiedevano il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, e gli stessi sindacati. Per Cesarano «la convocazione alla riunione dell’8 aprile non aveva altro senso se non quello di estorcere ulteriori e gravosi impegni alla società da inserire nell’atto di compravendita in itinere (presumibilmente la riassunzione di tutti lavoratori?, ndr)». Spedaliere, secondo il titolare della Bennu Yacths, non è nelle condizioni di ostacolare la vendita dell’ex Metalfer per due ordini di motivi. Primo, perché l’operazione di acquisto ha già ricevuto l’ok da parte del Consiglio di Amministrazione della Tess; secondo perché la carica di presidente della Tess è in regime di prorogatio e pertanto Spedaliere dovrebbe limitarsi solo all’ordinaria amministrazione. «Queste nostre più che fondate ragioni - afferma Cesarano - siamo pronti a portarle dinanzi a tutte le sedi giudiziarie, sia esse civili o, se del caso, anche penali, a tutela della nostra immagine aziendale e della nostra coerenza e correttezza comportamentale». Cesarano, nella parte conclusiva della lettera, afferma che «taluni lavoratori hanno tentato di forzare e scavalcare i cancelli della fabbrica e minacciato il personale della vigilanza ed alcuni operai addetti alla pulizia, manifestando la volontà di entrare in massa nei capannoni e di distruggere tutto quanto di nostra proprietà. Della cosa - conclude l’imprenditore - abbiamo immediatamente informato il Comando dei Carabinieri». «Ancora una volta i lavoratori subiscono le conseguenze di una politica faccendiera - è il commento di Matteo Vitagliano, responsabile Cisl dell’area torrese-stabiese -. La società Bennu Yachts aveva l’impegno di presentare entro il 15 aprile scorso il piano occupazionale e quello industriale, cosa che non ha mai fatto. Di fronte a questa inadempienza, ora deve lasciare liberi i capannoni industriali. Ma temo che ciò non avverrà. Per questo chiederemo un intervento straordinario da parte di organismi istituzionali, Prefetto e Procura, affinché si faccia chiarezza su questa intricata vicenda». Eppure, poco più di un mese fa, l’accordo con la Bennu Yatchs era stato salutato in Regione come l’inizio del rilancio dell’attività produttiva nell’area ex Metalfer. Ora sembra tutto svanire come d’incanto. Una domanda però è lecita: con quali garanzie la Tess ha concesso in comodato d’uso un bene pubblico ad una società che ora, a suo dire, si è dimostrata inadempiente? ENZA PERNA (dal settimanale TorreSette del 22 aprile 2011)