A cura della Redazione
Nel pomeriggio di ieri, mons. Beniamino Depalma, vescovo di Nola, ha presieduto una statio eucaristica al porto di Torre Annunziata. Un momento importante di comunione per la nostra Chiesa le cui diverse componenti, nell´Eucarestia, ritrovano la bellezza di essere una cosa sola. La "statio" ha origini nella tradizione liturgica del II - III secolo, presso la diocesi di Roma. Il termine - preso dalla nomenclatura militare romana nella quale veniva usato per indicare il posto di guardia presidiato da alcuni soldati - indicava la celebrazione eucaristica comunitaria presieduta dal Papa presso una Chiesa di Roma. Per statio si intende oggi una celebrazione eucaristica in un luogo della diocesi dove il popolo di Dio e il clero sono riuniti con il vescovo. Grande la partecipazione dei fedeli, accorsi dalle diverse realtà parrocchiali della Diocesi. Nella sua omelia, il Vescovo ha spiegato il motivo della scelta della città di Torre Annunziata per questa celebrazione: ”La città è ricca di storia e cultura. Da alcuni anni vive momenti difficili. Oggi la Chiesa è presente per essere accanto alle tante persone buone della città, per condividerne sofferenze e speranze. I credenti non fuggano, trovino nell’Eucarestia l’unica forza capace di sconfiggere il male presente nella nostra storia. Non venga in mente a nessuno di potersi salvare da solo, l’Eucaristia libera dalla tentazione di contare esclusivamente sulle proprie forze. Vivere in questa città è pesante, difficile. La tentazione di fuggire è forte. Dio però qui vi ha posto, qui dovete vivere. Il cambiamento è possibile alla luce dell’Eucaristia, che è la cultura del primato dell’uomo”. Non manca poi l’analisi del cammino della Chiesa oggi, con inviti espliciti al cambiamento, soprattutto, e in primis, da parte dei pastori: “La Chiesa è serva dell’umanità, deve aprirsi al territorio, generare comunità. Oggi inizia la forte esperienza di formazione sacerdotale, perché le caratteristiche del sacerdote si riflettono nella comunità: com’è il sacerdote, così è la comunità. Si deve aspirare alla santità dei sacerdoti”. E proprio per questo, alla fine della celebrazione, viene consegnata ai parroci delle Basiliche Mariane e delle cappelle eucaristiche una lampada perché arda sempre invocando la santità dei sacerdoti. Torre Annunziata era vestita a festa, luminarie accese, altoparlanti che diffondevano per le strade la suggestione della religiosità, bancarelle accorse per l’occasione, parcheggiatori improvvisati con tariffe da festa, i fuochi d’artificio a suggellare il tutto. Quelli con la valigia pronta già su un treno, quelli pieni di speranza nascosti tra i tanti, un po’ sollevati di non essere poi tanto pochi. Fiduciosi nel cambiamento, sempre, comunque. GIOVANNA OSTINI Clicca qui per la PHOTO GALLERY