A cura della Redazione
"Sostanzialmente i controlli tecnici mirati ad idividuare l´impatto della discarica SARI sull´ambiente, seppure pianificati dalla Protezione Civile con i tecninci dei Comuni interessati, con l´ARPAC, l´ISPRA, al Seconda Università di Napoli, ad oggi non stati realizzato". E´ quanto si legge nella relazione tecnica stilata dal dott. Michele Moscariello, chimico incaricato dal comune di Boscoreale di monitorare la situazione ambientale a seguito dell´apertura della discarica di Cava Sari a Terzigno. In pratica, l´esperto sottolinea che le azioni previste dal piano di monitoraggio ambientale concordato nell´ottobre dello scorso anno insieme all´ISS, all´ISPRA, all´ARPAC e ai tecnici delegati dei Comuni di Boscotrecase, Terzignoe Trecase, non sono state attuate. Tra queste, "il monitoraggio dei parametri PM 10, PM 25, diossine e furani, PCB, IPA e Metalli Pesanti dispersi nell´aria". Ed ancora, "il campionamento delle deposizioni atmosferiche con la ricerca di microinquinanti organici" e una specifica indagine "per la ricerca di microrganismi patogeni con l´analisi delle sostanze odorigene" prodotte dalla discarica. Per queste ultime, non è stata effettuata né la verifica qualitativa né quella quantitativa. L´ultimo controllo delle falde acquifere sottostanti la discarica risale all´aprile 2011. "Da allora ad oggi - scrive ancora Moscariello - non sono pervenute dall´ARPAC ulteriori comunicazioni per i successivi controlli mensili dei piezometri né risulta che l´ARPAC abbia provveduto autonomamente al controllo dei pozzi senza l´ausilio dei tecnici delegati dai Comuni". Stessa sorte è toccata all´analisi dei pozzzi artesiani preesistenti esterni alla discarica, localizzati a monte e a valle della stessa, sebbene fossero previsti dal protocollo di monitoraggio ambientale. Altro capitolo riguarda, poi, lo studio dell´impatto dello sversatoio sulle acque sotterranee mediante l´uso di metodologie isotopiche. "Lo studio in oggetto - afferma Moscariello - si prefiggeva come obiettivo l´identificazione della contaminazione del percolato proveniente dalla discarica sulle acque sotterranee. Tale studio doveva essere condotto dalla Seconda Università di Napoli in collaborazione con l´ISPRA e l´ARPAC. Ma, anche in questo caso, il monitoraggio mediante i traccianti isotopici non ha mai avuto inizio". Gli unici dati a disposizione sono quelli relativi all´analisi dei piezometri ubicati nella discarica, in cui si evidenziava il superamento delle Concentrazioni Soglie di Contaminazione relativi ad alcuni metalli e fluoruri. "Il superamento delle concentrazioni limite per alcuni parametri - asserisce l´esperto - non può essere interpretato diversamente e non può che essere riconducibile alla discarica SARI". Anche se, puntalizza Moscariello, i tecnici sono concordi sulla non corretta ubicazione di uno dei piezometri a valle della discarica. Da ciò deriverebbe che i superamenti registrati "potrebbero essere riconducibili a fattori esterni la SARI, ovverosia alla preesistenza nell´area di altre discariche". Secondo il dott. Moscariello, una completa indagine avrebbe potuto chiarire l´effettivo impatto ambientale della discarica SARI. "Appare incomprensibile che ad oggi - sottolinea ancora il chimico - nonostante siano stati sistematicamente rilevati valori superiori a quelli individuati dalla legge, non siano state applicate le procedure di messa in sicurezza previste". Moscariello conclude la sua relazione auspicando, quantomeno, che venga effettuato un adeguato controllo e vigilanza nella gestione post operativa della discarica, dal momento che Cava Sari è prossima, oramai, "all´imminente esaurimento". "Le conclusioni della relazione - dichiara il consigliere comunale del Pd di Boscoreale, Francesco Paolo Oreste - sono chiarissime e allarmanti: monitoraggio inesistente, parametri sforanti, normative e leggi disattese. A mio avviso - prosegue Oreste - le incoerenze e le incongruenze sottolineate dal dr. Moscariello configurano delle chiarissime omissioni sulle quali è necessario è urgente che la giustizia faccia luce e accerti responsabilità. La Sari, come abbiamo sempre detto, è un sito inquinante, che insiste, ingiustamente, su una terra già violata e stuprata. Per questo - conclude l´esponente del Partito Democratico - va immediatamente chiusa".