A cura della Redazione
Chi non si è imbattuto nelle settimane scorse in avvisi murali che chiedevano aiuto per ritrovare un cane? «Leo è scappato da casa - diceva l’annuncio -. E’ stato avvistato in via Caravelli, via Prota, via Fusco, corso Umberto I, dopodiché si sono perse le sue tracce. Chiunque lo abbia visto, anche fuori zona, è pregato di chiamare urgentemente ai numeri…». Un tam tam che è rimbalzato anche se Facebook. Ma di Leo nessuna traccia. Poi, la triste notizia: «Leo è stato trovato sui binari tranciato da un treno». Fine tragica che ha lasciato sgomenti i suoi padroncini e i tanti amici e volontari che si erano prodigati nel cercarlo. «Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato», scrisse il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer. E Leo, ne siamo certi, ha dato ed ha avuto tanto amore. Di seguito pubblichiamo la lettera inviataci dalla padrona di Leo. Egregio direttore, sono la padrona di Leo, il cane ritrovato morto dopo lunghi giorni di ricerca. Le scrivo perché tra il dolore si sta facendo spazio sempre più la rabbia. Devo fare qualcosa per rendergli giustizia e solo tramite il suo giornale posso scuotere la coscienza di chi non ha fatto assolutamente nulla. Mi riferisco in particolar modo a coloro che gli hanno spalancato il portone per farlo scappare via verso la morte. L’unica cosa che mi sta facendo convincere della morte di Leo è che lui è morto, anzi direi è stato “ucciso”, anche se è una parola forte da dire, dall’indifferenza delle persone. Solo perché era un cane, e questo mi uccide ancor di più. E’ un dolore indescrivibile. Lo so, tanti animali, soprattutto cuccioli indifesi da strada, ed anche le persone muoiono; c’è tanta sofferenza in giro. Di sicuro non metto in dubbio ciò, ma per il momento questa è la mia sofferenza, non vedo perché essendo “cane” debba essere trattato in maniera diversa rispetto ad un essere umano quando vola in cielo. Ringrazio lei, come tutti i volontari che si sono mobilitati, davvero non ho parole per il vostro operato. Leo mi ha insegnato tanto. Anche se mi piacevano gli animali, ed in particolar modo i cani, non ero mai riuscita a capire questo amore. Leo è stato un cane speciale, trasmetteva gioia, felicità, amore, serenità. Era davvero un cane a cui non mancava nulla. Anzi gli mancava qualcosa: la parola, che non gli ha permesso di chiedere aiuto in quel momento. Per questa mia “troppa” sofferenza mi stanno colpevolizzando per il fatto che non riesco a farmene una ragione, perché quel giorno doveva andare così. Altri dicono «Sì, ma era un cane, devi andare avanti...». Sicuramente avanti ci andrò, ma il dolore della sua perdita è indescrivibile, paragonabile alla stessa maniera della perdita di una persona, parente o amico che sia! Roberta Gallo