A cura della Redazione
Doveva rappresentare il trampolino per il rilancio del quartiere Carceri, invece è risultato un altro flop. Parliamo del progetto «Piano Città», che ha come obiettivo la riqualificazione delle aree urbane degradate. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha svelato i nomi dei 28 Comuni in cui si realizzeranno progetti per 4,4 miliardi di euro, rivenienti da fondi sia pubblici che privati. E tra questi non c’è Torre Annunziata. Il nostro Comune aveva partecipato al bando con un suo progetto, elaborato dall’assessore all’Urbanistica Francesco Bisogno, racchiuso in 120 pagine. La richiesta era di 12 milioni di euro. Ma il Ministero ha bocciato la proposta progettuale, ritenendola non valida. E così il quartiere, che porta ancora i segni del terremoto del 1980, e che recentemente è salito agli onori della cronaca per i continui crolli di palazzi fatiscenti, rimarrà chissà per quanti anni ancora nel degrado più assoluto. La scelta dei progetti vincitori, che si è basata sulla veloce cantierabilità degli interventi e sulla loro capacità di generare un maggior volume di investimenti, ha visto protagonista la Cabina di regia nella selezione di 457 proposte di intervento edilizio e urbanistico. Oltre a questi progetti, sono state dichiarate ammissibili al finanziamento ulteriori 24 proposte di altrettanti Comuni, esclusivamente per quanto riguarda gli interventi di bonifica ambientale ed efficientamento energetico. Questa tipologia di interventi, in seguito a una successiva istruttoria, sarà finanziata con risorse provenienti dal Ministero dell’Ambiente. Tra i progetti premiati, anche quello della città di Napoli che, al pari di Torre Annunziata, è assegnataria di Zona Franca Urbana. La città partenopea ha ottenuto un finanziamento di 20 milioni di euro per il recupero di edifici di archeologia industriale ex Corradini a San Giovanni a Teduccio. Ma è magra consolazione, visto che la Campania aveva presentato 76 progetti. Era, almeno sulla carta, la regione che aveva tutta l’intenzione di fare la parte del leone. Ma evidentemente qualcosa non ha funzionato. Stavolta, a sentire gli uomini del governo, la miopia dei sindaci non c’entra. Ma forse verrebbe da pensare che le modalità per accedere ai fondi non debbano essere state subito comprese. Istruttorie non dettagliate, mancato rispetto dei criteri? Sì, perché di quella montagna di idee nate all’ombra del Vesuvio, la macchina della selezione della Cabina di regia ne ha fatte fuori praticamente quasi tutte. Graziandone una nel capoluogo e un’altra ad Eboli. Delusione sul volto del primo cittadino Giosuè Starita. «Qualcuno non vuole la nostra rinascita - ha detto -. Non condividiamo il torto che ci è stato fatto e a breve presenteremo un ricorso dettagliato. La città ha bisogno di quei fondi - prosegue il sindaco -, deve riscattarsi e merita di farlo. Così chiudono uno spiraglio importante senza motivazione. Ci hanno dato la Zona Franca Urbana - ha concluso il sindaco - per le stesse condizioni per le quali adesso ci negano i fondi di riqualificazione». Da condividere l’amarezza di Starita, senza l’aiuto dello Stato è difficile che la nostra città possa uscire dal degrado in cui versa da anni. Ed allora acquistano ancora maggiore importanza le prossime elezioni politiche, con le quali Torre Annunziata potrebbe avere finalmente un proprio rappresentante in seno al Parlamento. ENZA PERNA (dal settimanale TorreSette del 1 febbraio 2013)