A cura della Redazione
Torre Annunziata come Scampia? Il paragone lo ha enunciato, senza neppure porre il beneficio del dubbio, Simona Brandolini sul Corriere del Mezzogiorno. Non ancora, potrebbe essere la risposta. Anche se qualche spunto di riflessione lo pone il solo fatto che qualcuno proponga l’equazione tra due realtà così diverse. Si può raffrontare una realtà metropolitana – Scampia è una parte di Napoli – con una cittadina che continua a mantenere elementi di differenza dal capoluogo e dalle sue periferie? Ho avuto la fortuna di assistere alla prima puntata di Gomorra, la nuova serie di Sky presto in onda. La prima storia era ambientata a Scampia: un pugno allo stomaco, la vita umana che conta praticamente nulla. Non ho avuto l’impressione di guardare in uno specchio. Può aiutare a capire anche la differenza di origine: questa è una realtà post-industriale che fatica a trovare nuove dimensioni, Scampia è un quartiere marginale in tutti i sensi. L’identità torrese ancora esiste, anche se – come lamenta Salvatore Prisco – qui è morta l’ambizione. L’assenza pressoché totale di rappresentanti nelle varie assemblee politiche ne è conseguenza, non causa. Il reportage del Corriere ci definisce eternamente trasformisti ed eternamente subalterni. A Castellammare, per esempio, che ha espresso sì rappresentanti, ma anche cattivi esempi di clientelismo e di commistione tra politica e camorra. Non un modello imitabile, non adesso. Subalterni pure a Gragnano, incalza il Corriere. Ma in questo caso tutt’al più c’è stato un indecoroso (per noi) sorpasso. Il mio amico Peppe Caravelli – una dinastia di torresi doc alle spalle – ricorda come nel periodo di maggior espansione dei pastifici, a Torre Annunziava si produceva il doppio della pasta che Gragnano confezionava. Oggi siamo ridotti al solo Setaro, come marchio storico, mentre con un po’ di timidezza si affacciano nuove realtà, isolotti della speranza che non ancora riescono a formare sistema. E questa è colpa nostra: di chi ci governa e di chi è governato. Storia degli ultimi cinquant’anni, errori cui si potrebbe ancora porre riparo. Con un governo di salute pubblica, propone ora Sica. Ma la nostra salute se ne sta andando. E per guarire servono azioni e investimenti, non solo paragoni con Scampia. MASSIMO CORCIONE L´articolo del Corriere del Mezzogiorno, è consultabile al seguente link: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2014/7-febbraio-2014/a-torre-annunziata-paese-trasformisti-resistono-solo-notabili-2224037664339.shtml