A cura della Redazione
Torre Annunziata ha dato l’addio al professor Luigi Della Femina, decano dei docenti torresi morto a 93 anni. Maestro riconosciuto di intere generazioni di studenti, ha insegnato in tutte le scuole, dalle medie ai licei. Lascia in chi l’ha conosciuto e apprezzato ricordi indelebili e nei figli, Franco e Miriam, un vuoto impossibile da colmare. Siamo stati tutti suoi allievi: è bastato assistere a una sola delle sue lezioni per conservarne una memoria assolutamente incancellabile. In aula, ma non solo. Nella celebrazione doverosa di un Grande Torrese, inserisco un ricordo personale: un sabato mattina, nello studio di casa sua, riuscì a emozionarci (eravamo un gruppetto di ragazzi di terza media) mostrandoci delle pagine ingiallite che riproducevano documenti della Repubblica Partenopea. Parlava di Mario Pagano e di Eleonora Fonseca Pimentel come se fossero personaggi contemporanei. La loro Utopia diventava la nostra, la loro Storia era la nostra storia. Non chiacchiere emozionali, ma dati, date, fatti citati senza nessuna possibilità di errore. Ecco perché per tutti è sempre stato il Professore, e lo è stato per tutta la vita. Ha seguito ciascuno dei suoi studenti in tutte le tappe: ti incontrava dopo dieci anni e ti chiedeva notizie del tuo lavoro e di tua figlia, come se il tempo non fosse mai passato, citando versi di un poeta greco che evocava il suo nome. E non era solo una questione di capacità mnemoniche assolutamente fuori dell’ordinario. La sua mente aveva un’architettura semplicemente perfetta. Tutto si teneva: vicende pubbliche e private, vite dei grandi e le nostre piccole esistenze. Nella sua testa, e nel suo cuore, c’era spazio per tutto e per tutti. Con un’idea fissa: la scuola non poteva essere una fabbrica di nozioni da dimenticare il giorno dopo l’ultimo esame, ma doveva garantire l’insostituibile preparazione alla vita. La sua vita è stata consacrata interamente a questa missione, cominciata prima della Guerra e proseguita fino al nuovo millennio, misurandosi con novità assolutamente inimmaginabili quando la sua splendida avventura umana è partita. Questo piccolo ricordo arriverà via web anche a lui che Wikipedia l’aveva anticipata almeno di mezzo secolo. E’ stato la nostra enciclopedia vivente; se ciascuno di noi è un po’ meno ignorante, il merito è tutto suo. Un motivo in più per dirgli: Grazie. MASSIMO CORCIONE