A cura della Redazione
«Se la Madonna si è inchinata a Matachione, allora vuol dire che ha fatto il miracolo! Perché Matachione non era in carcere ma a Torre Annunziata». Mons. Raffaele Russo, parroco rettore della Basilica pontificia di Maria SS. della Neve, commenta con ironia la notizia del presunto inchino dell´icona della Vergine Bruna dinanzi la Farmacia del Corso, di proprietà dell´imprenditore farmaceutico arrestato il 14 ottobre scorso con l´accusa di corruzione. «C´è un documento dei vescovi campani che disciplina le processioni religiose - spiega il prelato -, e vieta inchini o soste durante il percorso. Se proprio se ne vuole parlare, allora dico che non si tratta di un inchino ma di una semplice sosta». Nella sala attigua alla Basilica, dove si è tenuta la conferenza stampa su quanto accaduto nella giornata del 22 ottobre, ci sono anche i rappresentanti dei pescatori, che come da tradizione hanno sorretto l´altare durante il tragitto. «La decisione di effettuare una sosta, e non un inchino - precisano - è stata solo nostra. Mons. Russo ci aveva proibito iniziative del genere, e la stessa Amministrazione comunale non c´entra assolutamente nulla. Abbiamo, forse, peccato di ingenuità e spontaneità. Già negli anni scorsi la Madonna veniva fatta fermare dinanzi la farmacia. Un gesto di ringraziamento nei confronti di un uomo che è sempre stato vicino a noi, contribuendo economicamente e volontariamente all´organizzazione della festa, ed aiutato persone malate donando farmaci che non avrebbero potuto permettersi. Quest´anno - proseguono - vista la sua particolare situazione, abbiamo voluto esprimergli la nostra solidarietà. Il dottore è una persona che in questo momento è in carcere e soffre sul piano umano. Analogamente, abbiamo voluto manifestare la nostra vicinanza ai dipendenti della sua azienda. Tuttavia - continuano i pescatori - lì c´è anche una foto di un ragazzo che perse la vita alcuni anni fa in un incidente stradale. E´ stata una forma di rispetto e di saluto anche nei suoi confronti. Se abbiamo sbagliato, è stato un errore fatto in buona fede e chiediamo scusa alla città. Ma non ci stiamo ad essere accusati ingiustamente. La Madonna non si è mai inchinata a nessuno. Sono gli altri a doversi inchinare a Lei». Fanno mea culpa, dunque, i pescatori. E va, allo stesso tempo, apprezzata la loro onestà. «I pescatori sono persone semplici, abituate a sudare e lavorare duro, con un´enorme devozione verso la Madonna, che considerano la loro Madre - spiega Mons. Russo -. Avranno fatto un´ingenuità, ma sono brave persone. Mi rivolgo ai giornalisti dicendo che a volte un pensiero distorto può creare sofferenza, fare del male». All´incontro con la stampa, c´è anche il sindaco Giosuè Starita. «Quanto accaduto è sicuramente da condannare - spiega il primo cittadino - ma anche da ricondurre in un alveo di confronto e comprensione. I pescatori sono persone umili e spontanee, ed hanno ritenuto in quel momento, senza alcun secondo fine, esprimere la loro vicinanza personale al dottor Matachione. Hanno sbagliato ma, ripeto, è ingiusto accanirsi nei loro confronti. Dal mio punto di vista - ha affermato il sindaco - non dovrebbero mai esserci soste durante una processione, proprio per evitare interpretazioni sbagliate, facilmente travisabili. I pescatori non volevano sostituirsi ai magistrati, ma semplicemente partecipare alla sofferenza personale del dottore». «La cosa che stupisce, è che comunque l´inchino, o presunto tale, dinanzi la farmacia si è verificato anche negli anni addietro, senza che nessuno dicesse nulla - dichiara Luciano Donadio, coordinatore dell´oratorio Madonna della Neve -. Le stesse soste sono state fatte nei pressi del pastificio Pagano e dei silos del porto. Credo che le polemiche sollevate siano pretestuose, buttate lì per danneggiare l´immagine della città. La Chiesa torrese non deve chiedere scusa. Lo hanno fatto i pescatori e di questo gliene va dato atto. Sono persone genuine che hanno commesso una leggerezza. In nessun modo - conclude Donadio - la Madonna può essere strumentalizzata». DOMENICO GAGLIARDI nella foto panoramica, da sinistra: Starita, mons. Russo e Donandio nella foto piccola, Starita con mons. Russo