A cura della Redazione
Importante incontro ieri a Roma tra il neo direttore dell’Agenzia Industrie Difesa (AID) Giancarlo Anselmino, che di recente ha sostituito l’ing. Marco Airaghi, e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali. Oltre allo scambio degli auguri natalizi, sono state affrontate le tematiche relative al futuro degli stabilimenti militari e la nuova organizzazione dell’Agenzia, composta da un nuovo team che affiancherà Anselmino nel corso del suo mandato. «Alla riunione ho partecipato anche io – afferma Vincenzo Raiola -, rappresentante della RSU Cisl Spolettificio di Torre Annunziata– ed ho avuto la netta sensazione che con il nuovo direttore generale avremo un rilancio delle attività produttive degli Enti dell’AID, in particolare degli stabilimenti militari di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. Infatti – continua Raiola – i direttori degli Enti della Difesa, tutti militari, saranno affiancati da tecnici supervisori responsabili di aree strategiche e di mercato, i quali focalizzeranno in modo concreto le attività in capo a ciascun opificio militare, pur senza entrare in competizione con i primi». Noi non conosciamo le ragioni che hanno indotto il Ministro della Difesa Roberta Pinotti a scegliere l’ing. Anselmino quale nuovo direttore generale dell’AID, ma i legami con Finmeccanica (Anselmino è stato vicepresidente dell’Alenia) e con il mondo dell’industria della Difesa appaiono ben evidenti. I riflessi sul futuro di AID e delle unità produttive dovrebbero essere pertanto alquanto positivi. «Ne sono certo – continua Raiola – e lo vedremo ben presto anche all’interno dello Spolettificio. La nostra attività principale attuale (riconversione di auto militarì Land Rover in auto civili, ndr) sarà integrata da altre al momento top secret, ma di sicuro ad alta teconologia, che non solo rilancerebbero la produzione dell’Ente, ma darebbero anche un futuro lavorativo alle nuove generazioni. Reputo l’incontro di ieri molto proficuo – conclude Raiola – che mette una volta per tutte a tacere quelle voci catastrofiche sul futuro dello Stabilimento recentemente apparse su qualche organo di stampa».