A cura della Redazione
Un’ordinanza che sicuramente farà discutere ed aprirà un dibattito molto acceso. Il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, ha emanato un provvedimento, datato 5 marzo, nel quale vengono disposti alcuni precetti in tema di sepolture al cimitero comunale di via Sepolcri. Qui potranno essere sepolte solo quelle persone decedute nella città oplontina e che abbiano avuto, in vita, residenza nella stessa. Vengono esclusi, dunque, quei soggetti che, ad esempio, si siano trasferiti altrove ma che comunque hanno radici nella nostra città (si pensi magari ai tanti emigranti le cui famiglie vogliono che siano sepolti a Torre Annunziata). Una scelta, quella del sindaco, dettata dalla carenza di fosse all’interno del Camposanto. Attualmente, i posti disponibili per l’estrema dimora sono 1.400 e le esumazioni non possono avvenire, per legge, prima che siano trascorsi dieci anni dalla sepoltura. Un corpo, quindi, non potrebbe essere dissotterrato prima di questo periodo. Usiamo il condizionale perché, in realtà, i tempi di permanenza di una salma nel loculo sono di gran lunga inferiori, dal momento che i corpi vengono spesso esumati solo dopo alcuni anni (esumazione straordinaria). La ratio della decisione del sindaco sta nell’impossibilità di poter garantire un turn over adeguato, vale a dire una sorta di “ricambio”. Il tasso di mortalità nel nostro Comune è pari a circa l’1 per cento l’anno. Ciò significa che, su una popolazione di poco più di 40 mila abitanti, ogni anno ne muoiono 400. Di questi, circa il 30 per cento (120) optano per la tumulazione o la cremazione. Gli individui da seppellire nelle fosse del cimitero sono dunque circa 280 l’anno. Volendo rispettare la legge (ossia, il termine di dieci anni per la dissepoltura), occorrerebbero, quindi, 2.800 fosse. Un numero praticamente doppio rispetto a quello attualmente disponibile. Così il sindaco ha deciso di richiedere alla Regione Campania, competente in materia, la possibilità di ridurre i tempi di esumazione delle salme, da dieci a cinque anni. In tal modo, le 1.400 fosse coprirebbero in sostanza i decessi che avvengono in media annualmente (280 per cinque anni). Nelle more della pronuncia della Regione, per tali motivi, Starita ha emanato l’ordinanza di cui parlavamo in precedenza. Per disciplinare le sepolture, e garantire così la piena corrispondenza tra cadaveri e fosse disponibili, il primo cittadino ha ritenuto opportuno stabilire che il cimitero può accogliere solo persone morte nel territorio comunale, qualunque sia stata la residenza; che, da vive, abbiano avuto residenza a Torre Annunziata; che, sebbene non residenti, abbiano diritto al seppellimento in spazi privati, come cappelle gentilizie e tumulazioni. Possibilità di essere sepolti anche per i nati morti e per le ceneri ed i resti mortali di persone aventi diritto in una sepoltura privata. Esclusi, di conseguenza, coloro che non hanno avuto residenza a Torre Annunziata da vivi (a meno che non muoiano qui), sebbene magari siano cresciuti in città fino al loro trasferimento. Una decisione che, come detto, farà discutere e non poco. Pensiamo, solo per fare un esempio, ai tanti torresi migrati altrove, e che una volta morti desiderano riposare in pace nella loro città d’origine. La IV Commissione consiliare, che sta discutendo il delicato tema, ha proposto di effettuare un sondaggio conoscitivo per capire, effettivamente, quanti siano coloro che, pur non avendo residenza nella città oplontina ma che in ogni caso siano legati ad essa, desiderano, una volta spirati, essere sepolti al cimitero comunale insieme ai loro cari. Nel frattempo il 19 marzo prossimo sarà discusso in Consiglio comunale il nuovo regolamento di polizia mortuaria. L’atto, già approvato dalla Giunta municipale il 5 settembre dell’anno scorso, ora sarà sottoposto all’attenzione dei consiglieri per la definitiva approvazione, dopo un periodo di pubblicazione sul sito istituzionale del Comune per recepire eventuali osservazioni di soggetti interessati. Solo successivamente, con atto separato, si prevederà la costruzione e il funzionamento del cimitero per animali d’affezione, previsto dalla legge regionale n. 12 del 2001. ENZA PERNA