I sindacati CGIL, CISl e UIL lanciano un drammatico grido d’allarme sull’emergenza lavoro a Torre Annunziata. E si preparano alla manifestazione di venerdì 29 gennaio promossa dalle federazioni dei Metalmeccanici delle tre organizzazioni sindacali (Fiom, Fim e Uilm), che partirà dallo stadio Giraud alle ore 9.30. Il corteo attraverserà corso Umberto e corso Vittorio Emanuele, per poi giungere in piazza Nicotera, nei pressi del Comune di Torre Annunziata.

I rappresentanti dei lavoratori denunciano l’ormai persistente criticità dei livelli di disoccupazione, che raggiungono punte elevatissime nella città oplontina.

E da quest’anno, il numero dei beneficiari degli ammortizzatori sociali si ridurrà ancora ulteriormente, con altre centinaia di persone espulse dai cicli produttivi che resteranno senza sussidi, dal momento che per loro scadrà il regime della mobilità ordinaria in deroga.

«Ormai Torre Annunziata è diventata un deserto industriale – esordisce nella conferenza stampa di presentazione della manifestazione, Giovanni Striano, responsabile provinciale della Fim-Cisl -.  I sindacati non riescono più a reggere l’onda d’urto di una situazione divenuta drammatica. I lavoratori espulsi non riescono più a soddisfare bisogni reali, come comprare da mangiare per le loro famiglie. La città sta morendo. La camorra c’entra fino ad un certo punto. Tutto questo è il frutto di un fallimento sociale e politico - prosegue Striano -. Occorre rilanciare una vera politica industriale sul territorio e soprattutto migliorare l’immagine avvertita all’esterno della nostra realtà. Accanto a questo, è necessario affrontare l’emergenza occupazionale con misure concrete di sostegno al reddito. Purtroppo, alle nostre continue sollecitazioni abbiamo ricevuto solo silenzio assoluto da parte delle Istituzioni.  Diamo atto, tuttavia, al sindaco Giosuè Starita di aver manifestato in più occasioni la volontà di discutere e dialogare per cercare di trovare soluzioni alla problematica».

Puntano il dito in particolar modo sulla Regione, i rappresentanti sindacali. «Dove sono finiti i 12 milioni di euro previsti per l’area torrese? - si chiede ancora Striano -. Di questi, la metà serviva a coinvolgere i lavoratori espulsi in percorsi di formazione, e l’altra a favorire gli insediamenti industriali sul territorio. Di quei soldi, stanziati dalla giunta Caldoro, non c’è mai stata traccia».

Gli fa eco Catello Agretti, responsabile CISL, che ha parlato in rappresentanza di Mimmo Vacchiano della Uilm. «Quella delibera - sottolinea - in realtà non è mai stata fatta. La situazione attuale è la naturale conseguenza del fallimento totale del Contratto d’Area torrese-stabiese, che si prefiggeva di portare sviluppo facendo di Torre Annunziata il polo industriale, e di Castellammare di Stabia il polo turistico. Nulla di tutto ciò è avvenuto nell’arco di oltre vent’anni. Che ne è del progetto Pompei 2000 nell’ex area Italtubi? A cosa serve lo Spolettificio se viene trasformato in una mega officina per le riparazioni delle auto dismesse della Difesa? Solo con una seria programmazione industriale si potrà tornare a parlare di lavoro a Torre Annunziata. Il dramma più grande - conclude Agretti - è che tra quei lavoratori espulsi ci sono molti giovani. E quando non c’è lavoro è facile diventare preda del potere criminale. Perciò la situazione non è più tollerabile».

«Il territorio è stato letteralmente depredato per anni dai poteri economici ed industriali - spiega Antonio Santorelli, della Fiom -. Si pensi al Polo Nautico, dove gli imprenditori sono venuti solo per accaparrarsi gli incentivi e poi sono andati via, lasciando in strada i lavoratori. In tutti questi anni non c’è stata una vera politica industriale. La città è stata messa in ginocchio dalla politica e dalle Istituzioni. La manifestazione di venerdì serve a riprenderci la parola, la dignità di persone, la prospettiva di un futuro dignitoso. Il sostegno attraverso i sussidi non basta più - prosegue Santorelli -. E’ importante che ci sia, ma senza una seria politica industriale non andiamo da nessuna parte. Bisogna ricostruire il concetto di lavoro. Invitiamo tutta la città e la Chiesa a partecipare alla manifestazione di venerdì - conclude - per essere al fianco dei lavoratori e non lasciarli soli in questa battaglia».

Per Gabriella Refuto, responsabile CGIL Torre Annunziata, «è importante il coinvolgimento dell’intera comunità, e soprattutto delle nuove generazioni. Stiamo assistendo ad un vero e proprio genocidio sociale - ammette con amarezza - che ben presto potrebbe abbattersi sui nostri figli, privati del loro futuro. L’Amministrazione comunale si faccia portavoce in Regione, con fermezza, delle istanze dei tantissimi che non riescono più a vivere dignitosamente perché privati del loro diritto al lavoro».

Il rischio paventato dai sindacati è che si apra ben presto una sorta di “lotta tra poveri”, che da un lato vede i disoccupati e dall’altro i lavoratori espulsi dai cicli produttivi.

Sono queste le due categorie più a rischio in un contesto in cui l’illegalità potrebbe farsi largo drammaticamente, andando  a “riempire” il vuoto lasciato da uno Stato assente sul versante lavoro.

(Nella foto, da sinistra: Santorelli, Striano e Agretti)