A cura della Redazione

Pubblichiamo di seguito il resoconto di una domenica "particolare" (quella del 30 ottobre scorso) vissuta a Torre Annunziata da una nostra concittadina, che ha assistito all'investimento in strada di un cucciolo di cane, soccorso dopo circa due ore! L'avvocato Rosamaria Caso, autrice della lettera pervenutaci in Redazione, descrive nei dettagli l'intero "travaglio" dei soccorsi.

Ovviamente, qualora i diretti interessati menzionati nella missiva volessero fornire la loro versione dei fatti, restiamo a disposizione per qualsivoglia replica in merito.

 

Domenica 30 ottobre, ore 14:30.

La città sonnolenta e pigra tra la ritrovata ora solare e il pranzo della domenica. Corso Umberto I deserto in questo giorno di terra che trema e di caldo fuori stagione. E d’improvviso lui... nuvoletta bianca sbucata da chissà dove, con l’allegria e la temerarietà degli innocenti. E’ solo un attimo, una frazione di eternità. Il pirata della strada, con le ruote roventi e il motore al massimo, lo travolge e prosegue tracotante e indifferente la sua corsa. A seguire un’altra macchina che, a velocità sostenuta, travolge anch’essa il cucciolo di cane. Investito due volte. Due volte abbandonato sull’asfalto. Fermo. Immobile. Gli occhi vivi, sbarrati nel terrore e nel dolore, a chiedere silenziosamente aiuto.

Domenica pomeriggio, ore 14:30.

Un nugolo di cittadini allerta i vigili urbani e l’ASL. Ricordo bene il sorridente e orgoglioso taglio del nastro, poco meno di un anno fa, all’inaugurazione del presidio sanitario veterinario di piazza Ernesto Cesàro, in presenza delle compiaciute autorità cittadine. Presidio fantasma e di fatto, a distanza di un anno, mai realmente operante sul territorio. Oggi, di fronte all’emergenza e alla richiesta di intervento, è stato risposto che di domenica l’ASL non è operativa (cerchiamo ancora tutti, come un ago nel pagliaio, i giorni in cui operativa lo è!)! Dov’è il veterinario di turno? Dove l’ambulanza veterinaria cittadina?. Misteri della fede (nelle istituzioni)!

La polizia municipale, giunta introno alle 15:00, ha allertato (garantiscono “con successo”) il veterinario di turno e l’ambulanza del vicino canile di Ottaviano! Sospiri di sollievo tra i presenti che restano tutti in trepidante, infantilmente fiduciosa, attesa. Il piccolo, a terra, perde sangue. Ore 16:00. Trascorsa un’altra inutile ora, qualcuno telefona a me, signora nessuno, senza autorità né ruolo alcuno, per dirmi dell’accaduto e che il cane è ancora lì, nell’agonizzante attesa dei soccorsi! Due minuti e son lì. Io. Il veterinario di turno…boh... chissà da quale remota zona della nostra immensa metropoli deve arrivare!

Domenica pomeriggio ore 16:00.

Incapace di ascoltare le ragioni razionali e assurdamente prive di humana pietas dei vigili urbani che, autorizzati a consegnare il cane esclusivamente al veterinario di turno, impongono di attendere ad oltranza i soccorsi, cerco, con garbata risolutezza e tra i mille ed uno ostracismi dei tutori di una legge che abbandona un essere vivente a morire sull’asfalto, di portare io il piccolo alla clinica veterinaria più vicina. Proprio mentre accosto l’auto al marciapiedi, arriva l’ambulanza. A bordo nessun medico per un primo soccorso. Sono le ore 16:30.

Domenica pomeriggio ore 16:30 (resoconto).

Un povero esserino indifeso è rimasto agonizzante a terra per due ore! L’ambulanza dal vicino Comune di Ottaviano ha impiegato un’ora e 45 minuti per percorrere i 13 km che ci separano. La nostra città non dispone neppure di un’ambulanza veterinaria per le emergenze (dunque a cosa serve la struttura in piazza?). Il veterinario di turno (ovviamente retribuito per esserlo), nonostante le rassicurazioni date, non è mai giunto sul posto!

Tra tali e tanti abomini, tutti egualmente meritevoli di denuncia (a non voler considerare l’investimento e l’aberrante omissione di soccorso), il vigile urbano ha giustamente pensato di immortalare graziosamente col suo cellulare la targa della mia auto, accostata dietro la sua per una manciata di minuti al solo fine di poter prelevare il cane.

Ma... sic est... signore e signori. Le nostre istituzioni!

avv. ROSAMARIA CASO

(immagine d'archivio non collegata alla notizia)

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