A cura di Enza Perna

Sembrava un pomeriggio come tanti. Era il 23 novembre 1996, esattamente venti anni fa. Un commerciante trentacinquenne, Raffaele Pastore, apre il suo negozio di mangimi per animali in via Carminiello a Torre Annunziata. Ore 18:30. Due uomini con il volto coperto da passamontagna entrano e fanno fuoco. Raffaele muore. Qual è la colpa di Raffaele? Perché è stato ammazzato? Aveva detto “NO” al racket e aveva denunciato gli estorsori. Negli anni '90, a Torre Annunziata, una decisione del genere aveva un solo significato: un "tradimento" contro quelli che comandano. Ma Raffaele non era solo un commerciante, era marito e padre di due bambini, allora di 7 e 2 anni.

Da quel maledetto giorno sono trascorsi ben venti anni e la forza di quel gesto ogni anno viene rircordata. Raffaele entra nella lista delle vittime innocenti della camorra (come altri torresi prima e dopo di lui), entra nel libro della memoria. A parlare di lui, quella donna che ha dovuto dire addio al suo uomo troppo presto, Beatrice Federico. La moglie di Lello è stata ospite dell II Circolo Didattico "Giancarlo Siani", in occasione della giornata della memoria organizzata dal presidio oplontino di Libera e dal Comune di Torre Annunziata. L’enorme androne ospitava al tavolo dei relatori il sindaco Giosuè Starita, Don Tonino Palmese, Don Antonio Carbone, la vedova Pastore e l’attore Beppe Basta. Dinanzi aloro, una platea d’eccezione: centinaia di studenti, bambini dai 4 ai 10 anni.

Beatrice è stata accolta con applausi dai piccoli torresi e da una canzone da loro cantata, “Meraviglioso” di Domenico Modugno. Inevitabile la commozione.

«Beatrice deve essere per voi un esempio - ha affermato il primo cittadino rivolgendosi ai piccoli alunni -. Ha ricevuto una cattiva azione ma non ha riserbato rancore, anzi ha sempre impartito un messaggio di forza e coraggio per sconfiggere questo male che attanaglia la città».

Gli alunni della "Siani" hanno da sempre conosciuto la storia delle vittime della camorra. Basti pensare al nome stesso della loro scuola, intitolata al giornalista de Il Mattino ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985, come giustamente evidenzia l’insegnate Sandra Ciliberto: «Noi docenti, insieme ai genitori, dobbiamo diffondere il concetto di legalità ai bambini perché sono loro il futuro della nostra bella città».

Le dinamiche e le crudeltà della camorra di certo non sono semplici da spiegare ad un bambino, ma i racconti dell’attore Beppe Basta, pur nascondendo un messaggio profondo, hanno catturato l’attenzione dei piccoli.

Con tatto e simpatia prende la parola Don Tonino Palmese: «Beatrice Pastore ha da anni un macigno sul cuore - dice - ma oggi grazie a voi tornerà a casa senza lacrime e con meno dolore nel ripensare a quel giorno così triste per lei».

Oggi, come allora, Beatrice ha sul volto la sofferenza, ma allo stesso tempo un sorriso che le illumina il volto quando parla del suo Lello.

«Mio marito è qui con noi - spiega - ed eventi come questi fanno sì che la bellezza del suo gesto non venga dimenticata. Il suo “no” deve essere tramandato. Non è morto invano, ci ha lasciato un chiaro messaggio. Lottare!».

Lottare contro le crudeltà e le ingiustizie della vita è ancora un dato di fatto qui a Torre Annunziata. Molte le persone che si prestano ad aiutare il prossimo e i ragazzi meno fortunati. Una di queste è Don Antonio Carbone. Un sacerdote che vive i suoi giorni nei quartieri difficili della città. «Sarebbe facile dire la camorra fa schifo, ma dirlo non basta - si rivolge ai bambini -. Dopo vent'anni ancora vedo quella saracinesca chiusa. Vedo ancora i cinque proiettili. Quindi non bastano le parole. Non dobbiamo avere paura. Non dobbiamo permettere che altri bambini debbano perdere i loro papà. Rendiamo la nostra città bella, insieme».

Applausi e ancora applausi hanno accompagnato la fine di questa mattinata. I piccini hanno salutato gli ospiti con un brano non scelto a caso: “Esseri umani” di Marco Mengoni. Sentir pronunciare da bambini innocenti la frase: “Credo negli esseri umani, che hanno il coraggio di essere umani” incute speranza anche nei cuori degli adulti.

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