A cura della Redazione

Nonostante i pareri contrari, in Gran Bretagna è stata presentata la bozza di legge che prevede la sugar tax, una doppia tassazione sulle bibite contenenti zucchero aggiunto, che la equipara ad altri Paesi in cui la normativa è stata già applicata, come Belgio, Francia, Ungheria e Messico.
Il direttore della British Soft Drinks Association Gavin Partignton, che ha promesso di seguire l’intero iter della legge affiancando i funzionari del tesoro, continua a difendere il comparto evidenziando come la letteratura scientifica non sia stata in grado di dimostrare la correlazione tra assunzione di zuccheri attraverso il consumo di bibite e l’obesità. Una battaglia condotta anche in altre nazioni, in alcuni casi senza successo, con l’obiettivo di ammorbidire il legislatore e non gravare troppo pesantemente sul comparto.
La sugar tax britannica prevede due soglie: una di 18 pence per litro, per bevande analcoliche con più di 5 grammi di zucchero per 100 ml; una di 24 pence al litro, in quelle che superano gli 8 grammi di zucchero per 100 ml.
Se la legge dovesse passare, essa entrerà in vigore a partire dal 2018, un tempo abbastanza lungo affinché l’industria del beverage possa adeguarsi modificando le proprie ricette. Cosa che peraltro molte società, come le multinazionali Coca-Cola e Pepsi stanno già facendo per rendere le proprie bevande più consone al trend salutistico che sta globalmente caratterizzando le scelte dei consumatori.