A cura della Redazione

Sono ben 400 le firme raccolte dalla petizione avviata dai dipendenti dell’ospedale di Cecina, in provincia di Livorno, che protestano per l’aumento dei prezzi dei beni di ristoro venduti all’interno del nosocomio, sia nel bar che ai distributori automatici.
L’aumento si è avuto nel momento in cui, dopo un periodo di sospensione, la gestione delle attività di somministrazione del bar è stata affidata alla Serenissima Distribuzione e contemporaneamente si è avuta anche un’impennata dei prezzi dei prodotti venduti ai distributori automatici, sebbene la loro gestione sia indipendente da quella del bar ed assegnata con altro bando di gara.
Un caffè costa oggi 1,10 euro sia al bar che alle macchinette, dove però i dipendenti usufruiscono di uno sconto del 15%. Sembra, però, che nonostante lo sconto, il prezzo finale resti superiore a quanto pagato per un caffè o per un qualsiasi altro prodotto fino alla precedente gestione.
In un primo momento, i dipendenti hanno chiesto delucidazioni all’amministrazione dell’ospedale e, non avendo ricevuto risposta, si sono rivolti al sindaco di Cecina il quale si è immediatamente attivato, considerando ingiustificato l’aumento dei prezzi, soprattutto se confrontati con quelli praticati al Comune, dove un caffè costa 40 centesimi.
Il sindaco si è a sua volta rivolto al direttore amministrativo del nosocomio per conoscere le ragioni dell’aumento, visto che la gestione del bando era stata affidata all’Estar, letteralmente “Ente di Supporto Tecnico Amministrativo Regionale”, un ente voluto proprio per ottimizzare le spese affrontate dalla Regione per il settore sanitario.