«Ai 944 morti innocenti vittime della criminalità sono dedicati la nostra memoria e il nostro impegno». Il dirigente scolastico del II Circolo Didattico "Giancarlo Siani" di Torre Annunziata, Gennaro Cirillo, con queste parole ha concluso la manifestazione organizzata dalla sua scuola e dal presidio oplontino di Libera in occasione della XXII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle Mafie. Centinaia di alunni hanno affollato l'atrio interno della scuola per questa importante ricorrenza, istituzianalizzata di recente dal Parlamento italiano.

Memoria e impegno sono le due parole chiave: ricordare chi non c'è più e impegnarsi affinché l'elenco delle tante vite spezzate si fermi. Bambini, genitori, docenti leggono con commozione ed emozione i 944 nomi di coloro che sono caduti, da innocenti, per mano della camorra, della Mafia, della 'Ndrangheta. Sono 944 storie diverse, di luoghi diversi, da nord a sud del Paese. Semplici cittadini, magistrati, forze dell'ordine che tuttavia si legano indissolubilmente tra loro lungo quella scia di sangue ed orrore lasciata dalla mano criminale. E tra queste, anche il contributo di vite umane che Torre Annunziata ha dovuto pagare: Luigi Staiano, Luigi Cafiero, Raffaele Pastore, Giancarlo Siani, Rosa Visone, il maresciallo della Benemerita Luigi D'Alessio, Giuseppe Veropalumbo, Francesco Fabbrizzi, Carmine Fabbrocino, Matilde Sorrentino, Costantino Laudicino. I bambini si alternano al microfono per racconatre le loro storie, il loro coraggio, il loro sacrificio.

Oltre agli alunni della scuola "Siani", c'erano anche quelli dell'Istituto Comprensivo Parini-Rovigliano ed una rapprssentanza di studenti del Liceo Artistico "de Chirico". A parlare a loro sono stati il sindaco Giosuè Starita ed il capitano Andrea Rapone, comandante della Compagnia Carabinieri di Torre Annunziata. In rappresentanza di Libera, Michele Giuffrida, e Davide Camastra per il Consiglio di Circolo. 

Un evento straordinario magistralmente organizzato dalla professoressa Sandra Ciliberti che ha coordinato il lavoro delle docenti dell'Istituto di via Tagliamonte. «Ogni scuola è un luogo di speranza - ha detto la Ciliberti -. Il nostro ruolo è quello di insegnare ai bambini come comportarsi nella vita, far crescere i cittadini del futuro. Farli diventari migliori di noi adulti».

«Questa è una ricorrenza pubblica che deve esser vissuta - ha esordito il sindaco Starita -. La memoria è l'elemento fondamentale di aggregazione una comunità. Da tanti eventi negativi, come quelli che purtroppo hanno caratterizzato la nostra città, può venir fuori un percorso di positività. Nell'elenco delle vittime innocenti delle Mafie, purtroppo, Torre Annunziata ha un ruolo da "protagonista". E' vero che l'ultimo episodio risale all'omicidio di Giuseppe Veropalumbo di dieci anni fa (ucciso il 31 dicembre 2007 da un proiettile vagante durante i festeggiamenti per il nuovo anno, ndr) - continua il primo cittadino -. Ma questo non significa che i problemi sono stati risolti. Ciascuno di noi ha un ruolo nella comunità in cui vie. Ed essere un buon cittadino consente di affermare il sano principio della democrazia. Per questo è importante rispettare le regole, piccole e grandi che siano, si rende un buon servizio alla città e a noi stessi. Mi rivolgo a voi - conclude Starita parlando agli alunni -: vivete in un contesto positivo quale è la vostra scuola. Cogliete al meglio questa opportunità per imparare ad essere bravi cittadini».

«Sono a capo della Compagnia Carabinieri di Torre Annunziata da un anno e mezzo - afferma il capitano Rapone -. Ed in questo tempo il nostro impegno contro la criminalità è stato costante ed ha prodotto ottimi risultati. Tuttavia, il compito dell'Arma non è solo quello di reprimere ma anche e soprattutto di prevenire i fenomeni criminali. Le forze dell'ordine - prosegue - lavorano ogni giorno per difendere la città e voi cittadini. Queste iniziative servono per far capire quali siano gli esempi positivi da seguire». Rapone conclude il suo intervento leggendo una frase inviatagli da uno studente: "Se ogni ragazzo abbracciasse uno strumento e sparasse musica, questa città sarebbe un'altra". E, almeno per oggi, la musica è stata veramente diversa. Non più il rumore sordo delle pallottole ma il meraviglioso grido di speranza delle nuove generazioni. Un grido salito fino al cielo, trascinato dal lancio di palloncini colorati che ha concluso la manifestazione

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