A cura della Redazione

Il gravissimo attentato di Barcellona, che ha tolto la vita a 13 persone, tra cui anche due italiani, e provocato un centinaio di feriti, ha tenuto in ansia anche i parenti di una famiglia di Torre Annunziata, partita per la località Calella nei giorni scorsi, e recatasi in visita a Barcellona (distante circa 40 minuti) proprio nella giornata di ieri, giovedì 17 agosto.

R. S. e la moglie, insieme alle loro due bambine, stavano visitando l’acquario di Barcellona, a circa 2 chilometri dalla Rambla, dove si è verificato l’attentato terroristico.

«Eravamo in visita all’acquario - afferma R. S. ancora terrorizzato, raggiunto al telefono da un nostro redattore - quando la polizia spagnola ci ha informati di cosa stava accadendo, ordinandoci di rimanere all’interno dell’area. Tutto attorno si sentivano le sirene delle ambulanze e dei mezzi della polizia. E’ stata una lunga attesa e solo a tarda sera siamo ritornati nel nostro albergo. Un’esperienza - continua - davvero traumatica anche perché le nostre figlie erano molto spaventate. Abbiamo cercato di telefonare in Italia per tranquillizzare i nostri familiari, ma la linea era intasata. Abbiamo così deciso di inviare un messaggio tramite whatsapp dicendo che stavamo tutti bene. Solo in albergo abbiamo visto le tragiche immagini dell’accaduto. Al pensiero che potevamo esserci anche noi sulla Rambla, in quanto avevamo in programma, dopo la visita all’acquario, di fare una passeggiata proprio in quel posto, mi vengono ancora i brividi. Qui c'è polizia dappertutto - conclude - e i media locali e nazionali parlano incessantemente dell’attentato».

Intanto, un centinaio di connazionali che si trovavano nella capitale catalana al momento dell'attentato, si sono rifiugiati nel Consolato italiano, mentre le strade sono state riaperte solo a tarda notte.

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