A cura della Redazione

Pubblichiamo la nota dell'Associazione Libera "Pastore e Staiano" sulla strage di Sant'Alessandro, in cui persero la vita anche cittadini innocenti:

26 agosto 33° Anniversario di Francesco Fabbrizzi. Libera “Pastore e Staiano” lo ricorda con affetto e promette di insistere tenacemente per cambiare il Rione Carceri.

Francesco era un padre di famiglia completamente estraneo agli ambienti della criminalità. Fu coinvolto per caso nella cosiddetta Strage di Sant'Alessandro.

Il 26 agosto 1984 verso mezzogiorno un autobus turistico giunse a Torre Annunziata nei pressi del Circolo dei Pescatori, abitualmente frequentato dagli uomini del clan Gionta. Era domenica e nella chiesa adiacente si stava celebrando messa. Il pullman si fermò e scesero non gitanti, ma un commando di ben quattordici killer, che cominciarono a sparare contro gli avventori del bar, ammazzando otto persone e ferendone sette. Fu un atto di guerra nei confronti del boss di Torre Annunziata, Valentino Gionta, da parte dei gruppi rivali delle famiglie Bardellino, Alfieri e Fabbrocino. Dell'accaduto si occupò anche il giornalista Giancarlo Siani in un articolo dedicato ai rapporti tra i Nuvoletta e i Bardellino, che in seguito segnò la sua condanna a morte.

Tra le vittime del massacro ci fu anche Francesco, 54 anni, sposato, con un figlio appena ventenne, che è stato poi ufficialmente riconosciuto “vittima innocente della criminalità organizzata” dal Ministero dell'Interno. 

Giovedì 11 maggio 2017 c’è stata l’intitolazione “Via Vittime Innocenti di camorra”, quindi anche per Francesco Fabbrizi, della strada che unisce Via De Simone a Via Bertone: in pieno Quadrilatero, al confine con l’ex fortino del clan, che non merita nemmeno di essere nominato per tutto il male che ha fatto. L’impegno anticamorra continua!". 

(Foto repertorio)

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