A cura della Redazione

E' uno di quegli eroi civili che Torre Annunziata non può dimenticare. Il 23 novembre 1996 veniva barbaramente ucciso, nel suo negozio di mangimi in via Carminiello, Raffaele Pastore. Il suo fu il "sacrificio" che dovette - suo malgrado - compiere per essere immolato sull'altare della legalità e della giustizia. Era marito (la moglie Beatrice Federico) e padre (aveva due figli, all'epoca di 7 e 2 anni). Nel raid fu ferita anche la madre, 66enne, Antonietta Auricchio.

Si ribellò al pizzo, denunciò i suoi estorsori, cosa che a quell'epoca - ed ormai sono trarscorsi 21 anni - era quantomai impensabile.  Prima di lui cadde sotto i colpi della criminalità Luigi Staiano, altro imprenditore - del settore edilizio, questa volta - che disse NO alla camorra. Fu assassinato il 4 luglio 1986, dieci anni prima.

A loro due è intitolato il presidio di Libera di Torre Annunziata. E proprio l'associazione contro le Mafie ricorderà Raffaele Pastore in una cerimonia alla chiesa della SS. Trinità di via Gino Alfani, giovedì 23 novembre alle ore 11, nella quale sarà celebrata anche la Virgo Fidelis, patrona dell'Arma dei Carabinieri.

«Noi non dimentichiamo il suo pensiero - scrive Libera -. In questi anni abbiamo fatto cerchio intorno a lui, costruendo un ponte tra l'avvenimento delittuoso e le nuove generazioni. Solo attraverso la riflessione riusciremo a cambiare i comportamenti».

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