A cura della Redazione

La celebrazione della “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, nella Chiesa della SS. Trinità di Torre Annunziata, non poteva chiudersi meglio che con le dichiarazioni di un ex detenuto: «Ho avuto a che fare con i militari dell’Arma una prima volta - ha detto - quando hanno arrestato mia madre. Li ho rivisti quando è toccato a mio padre. Una terza volta è stata quando hanno assassinato mia madre. Un anno fa, alle 4 del mattino, sono venuti ad arrestare anche me. Voi - ha continuato rivolgendosi ai carabinieri - avete sempre fatto il vostro dovere. Non avrei mai pensato che un giorno sarei stato qui a ringraziarvi. Lo faccio ora, perché se avessi continuato su quella cattiva strada, adesso mi sarei trovato davanti ad un bivio: la prigione o la morte». Un lungo applauso si è levato nella chiesa dopo le parole di pentimento del giovane, provato da un’esperienza drammatica.

Erano in tanti ad assistere alla celebrazione della messa officiata da don Franco, cappellano militare, don Ciro Cozzolino, don Antonio Carbone e don Raffaele Russo. Presenti una folta delegazione dei carabinieri, i vertici dell’Arma, della Polizia, della Guardia di Finanza, dell’Esercito, della Marina Militare e Guardia Costiera, e della Polizia urbana. Inoltre, i sindaci del comprensorio con i gonfaloni dei Comuni e l’Associazione Volontari dei Carabinieri.

Una cerimonia sobria in cui è stata ricordata la ricorrenza della Patrona, fissata dallo stesso Papa Pio XII il 21 novembre, giorno in cui cade la Presentazione della Beata Vergine Maria e la ricorrenza della battaglia di Culquaber, come ha sottolineato lo stesso colonello Filippo Melchiorre, comandante del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata, alla fine della celebrazione della messa.

«Il nostro pensiero - ha affermato - va all’intero Battaglione di Carabinieri che, durante la seconda guerra mondiale, nella località africana di Culquaber,  dimostrando profondo amore per la Patria e fedeltà al giuramento prestato, si immolò per impedire l'avanzata nemica. Ma va anche agli orfani dei Carabinieri caduti in servizio. La fedeltà a Dio, alla Patria e alle Istituzioni ci accompagna dal primo all’ultimo giorno del nostro servizio. Come pure il senso di responsabilità nei confronti della pubblica amministrazione e del bene comune.  Ricordo un episodio quando prestavo servizio in Calabria - ha continuato il comandante -. Un giorno un alto prelato paragonò i Carabinieri ad una grande muraglia indispensabile per bloccare il fango che veniva giù dopo un temporale dalle montagne argillose della Locride. Gli risposi che una muraglia non è sufficiente a bloccare una colata di fango, ma che occorre piantare anche alberi e far crescere le radici».

Il colonnello Melchiorre ha poi ricordato la figura dell’imprenditore Raffaele Pastore, assassinato dalla camorra proprio il 23 novembre di ventuno anni fa, e il maresciallo Luigi D’Alessio, che l’8 gennaio del 1982 “affrontò con determinazione e sprezzo del pericolo due pericolosi latitanti, e benché mortalmente ferito, trovava la forza di reagire con l 'arma in dotazione prima di abbattersi esanime al suolo”.

Un quadro raffigurante la “Virgo Fidelis”, disegnato dagli alunni della scuola media Pascoli, è stato consegnato alla Benemerita. «Vi chiedo di donarlo ai familiari del militare dell’Arma - proponeva il cappellano don Franco - di cui da qui a poco andrò a celebrare il funerale». 

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