A cura della Redazione

Anna Vitiello si sfoga. Su Facebook il lungo messaggio della figlia del commendatore Antonio, imprenditore che ha fondato l'azienda di onoranze funebri omonima - una delle più importanti del territorio vesuviano - colpita questa notte da un atto intimidatorio con l'esplosione di un ordigno davanti all'ufficio in corso Umberto I a Torre Annunziata, a fronte strada, in pieno centro cittadino. La bomba ha letteralmente distrutto l'ingresso e, l'onda d'urto, le suppllettili presenti all'interno. Un chiaro attentato di matrice camorristica sul quale stanno indagando gli agenti del commissariato di Polizia oplontino, guidati dal primo dirigente Vincenzo Gioia e dalla vicequestore Elvira Arlì.

«Rabbia, rabbia, rabbia! Indignazione, ma soprattutto tanto dolore dentro - esordisce nel suo sfogo Anna -. Hanno distrutto tutto tranne la forza di urlare lo schifo che siete, lo schifo nel quale volete costringerci a vivere - dice riferendosi agli autori dell'attentato -. Io, da persona di sani principi e con quel briciolo di coraggio che scorre nel sangue, il mio e non il vostro, vi guarderei fisso negli occhi. Senza voltare lo sguardo! Io non saprei mai usare le armi che vi appartengono: la vigliaccheria, la codardia, la prepotenza, la mancanza di coraggio, la pusillanimità, la pavidità. Tutti noi - prosegue -, cittadini di una città che sta morendo, conosciamo di che "pasta" siete fatti. Siamo i figli di Antonio Vitiello, orgogliosi di aver avuto un padre così. Onestà, rettitudine, integrità, morale, correttezza, lealtà, impegno sociale, altruismo... Questo era mio padre - scrive ancora Anna - e questi erano i suoi valori che sono fuori dal vostro mondo di corruzione e prepotenza. Fuori dal modo di agire di quattro balordi che agiscono di notte... E poi scappano via. E' questa la vostra forza!».

Una durissima e coraggiosa invettiva che si chiude con parole altrettanto forti: «Alla luce del giorno, voi (sempre in riferimento agli attentatori, ndr) siete "niente". A mani nude e da soli, siete "niente". A parole e a fatti, siete "niente". Anche questo, purtroppo, è la mia città».

Duro anche il commento del sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione. «Un gesto vile e inqualificabile - ha stigmatizzato il primo cittadino - il cui unico scopo è quello di creare panico tra la popolazione e gli operatori economici della città. Lo sforzo che quotidianamente le forze dell’ordine e la magistratura compiono per arginare il fenomeno camorristico da solo non basta. Occorre una maggiore collaborazione da parte di noi tutti. Bisogna denunciare ogni tentativo di estorsione e sopraffazione - continua Ascione -, avere fiducia nelle istituzioni ed essere coesi e solidali di fronte ad episodi di così tale gravità. L’Amministrazione comunale, già da qualche anno, concede benefici fiscali per gli imprenditori che denunciano eventuali richieste estorsive, azzerando completamente le imposte comunali. Dobbiamo emulare il "modello Ercolano” - conclude il sindaco - che ha messo alle corde la camorra con denunce a raffica da parte dei commercianti e condanne per millenni di carcere».

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